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Lavoro: Abramo Customer Care, "Scongiurare rischio esuberi"

L'Abramo Customer Care di Crotone

Abramo customer care e System House presenteranno al Tribunale di Roma un progetto di concordato indiretto per il passaggio dell’azienda dalla famiglia Abramo alla società guidata da Agostino Silipo. Ma chiedono un intervento del governo per scongiurare il rischio di esuberi tra i 3.000 dipendenti calabresi. È questa la novità emersa dall’incontro che si è tenuto questa sera al tavolo di garanzia istituito dal Comune di Crotone sulla vertenza Abramo. Lo hanno fatto intendere sia Agostino Silipo, amministratore delegato della System House, azienda che ha presentato al Tribunale di Roma un’offerta di affitto della Abramo CC, sia Giovanni Orestano, direttore della stessa azienda di call center. Abramo Cc e System House hanno di fatto trovato un’intesa su quella che Agostino Silipo stesso ha chiamato più volte fusione per creare un polo calabrese del settore: «Abbiamo tracciato solchi ben delineati e condivisi - ha detto Silipo - per un progetto da proporre al giudice e far capire che la tempestività diventa importante. Il tempo è tiranno perché dobbiamo dare tranquillità ai committenti». In ballo, infatti, ci sono commesse importanti alle quali si potrebbe partecipare con un’azienda calabrese più forte e competitiva. Proprio per essere più veloci non si procederà con un acquisto che prevede la messa all’asta dell’azienda e conseguente allungamento dei tempi, ma con un affitto temporaneo con opzione di acquisto. Tutto, naturalmente - ha precisato Silipo - passa dal Tribunale di Roma che su di noi ha già fatto tutte le verifiche di consistenza e moralità. Nascerà una società che non avrà un debito con il fisco, con Inps, né rateizzazioni o altre situazioni strane».

Silipo ha garantito che «il piano industriale ha un obiettivo: non perdere alcun posto di lavoro. Dobbiamo consolidare quello che Abramo ha fatto negli anni e per il quale tutto il territorio deve dire grazie. Il lavoro che è attualmente della System House potrà essere trasferito in caso di fusione delle due aziende ai lavoratori provenienti da Abramo. Se necessario e possibile, e in parte sostenibile, faremo rientrare lavoro dall’estero». Per quanto riguarda il rischio di esuberi, provocato dalla perdita delle commesse, Silipo ha rivolto un appello a politici e sindacati: «Chiediamo allo Stato di darci il tempo necessario perché queste due aziende si amalgamino. Invece di avere cassa integrazione dateci strumenti di esonero contributivo per una parte del lavoratori che ci permetta di assorbire eventuali esuberi in attesa di modellare e sistemare le commesse. I ministeri dello sviluppo economico e del lavoro lo hanno già fatto per altre situazioni: non facciano figli e figliastri. Ci serve che siano messi in campo strumenti già utilizzati per darci un paracadute. Serve un intervento della deputazione parlamentare calabrese e della Regione».

Giovanni Orestano ha precisato che «il progetto accennato da Silipo sostiene il concordato in continuità. Sarà un concordato in continuità indiretta con affitto o cessione dell’azienda alla System House. I dettagli su come sostenere il piano di System House li stiamo approfondendo. Abbiamo un mese per fare il piano concordatario e dobbiamo dare concretezza alle intenzioni». Al tavolo di garanzia, mediato dal presidente del Consiglio comunale Giovanni Greco, erano presenti i deputati Elisabetta Barbuto, Anna Laura Orrico, Sergio Torromino, il sindaco Vincenzo Voce, l’assessore alle attività produttive Luca Bossi ed i rappresentanti dei sindacati: Ligato (Cgil), Canino (Cisl), Tomaino e Ranieri (Uil).

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