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La pandemia aguzza l’ingegno. Ecco come nasce una startup a Catanzaro

Tra idee e sperimentazioni il racconto di Francesco Scervino

Francesco Scervino e Vincenzo Capula

La pandemia ha dato la possibilità a molti di reinventarsi o di ampliare i propri orizzonti. È quello che è accaduto a Francesco Scervino che da 20 anni gestisce un’agenzia di servizi turistici. «L’attività – spiega – si è fermata, ovviamente, a causa del Coronavirus ma io mi sono sempre definito un folle visionario e non mi sono mai fermato davanti alle difficoltà, interessandomi sempre nel trovare nuove opportunità, ancor prima del 2020». «Era il 2015 – racconta Francesco – quando emergevano le prime app. Un amico mi parlò del concetto di “smart city”: una città intelligente, economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, in grado di garantire un’elevata qualità di vita ai suoi cittadini grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici integrati tra loro. “Vorrei che la mia città fosse così”, mi sono detto». Nel 2018, Scervino crea con Vincenzo Capula la IotCalabria, un’azienda che si occupa di sistemi altamente innovativi e sviluppa applicazioni ad essi connessi. «Iot – sottolinea Francesco – è l’acronimo di Internet of Things, ovvero “Internet delle cose”. A breve ogni oggetto che ci circonda - borse, scarpe, abiti ma anche ponti, elettrodomestici ecc., sarà equipaggiato con sensori capaci di informarci della loro geo-posizione, temperatura, umidità e tanto altro. Per gestire questa moltitudine di sensori è necessario utilizzare un sistema di connettività con performance mai utilizzate prima. Noi abbiamo scelto la rete LoRa». Si tratta di una tecnologia green, a bassa emissione elettromagnetica, di rapida e facile installazione.

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