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I ristoratori di Lamezia Terme provano a... rialzarsi ma il coprifuoco resta un macigno

Dopo una settimana di zona gialla timidi segnali di ripresa per le attività

Corso Numistrano, a Lamezia Terme,

Un minimo di ripresa, con la prima settimana di zona gialla, si comincia a intravedere. La strada per risalire la china è però ancora parecchio lunga e piena di difficoltà per la categoria dei ristoratori. Chi ha dedicato sforzi e risorse di una vita ad accogliere le persone nel migliore dei modi e ad offrire esperienze e prodotti di qualità è stato inesorabilmente fiaccato dalle restrizioni dovute alla pandemia e, dopo un anno e mezzo di chiusure, la ripartenza è vitale. È ancora troppo poco, ma qualcosa comincia a muoversi anche per i ristoratori lametini che nei mesi scorsi, come avvenuto un po’ in tutta Italia, sono stati anche costretti a far sentire la loro voce attraverso varie forme di protesta. «Le persone hanno voglia di uscire – spiega Antonello Spena del Frida, uno dei pub che con cucina a km 0 e musica dal vivo anima le serate del centro storico – ma certo non si può dire che vada bene. Una buona parte della nostra clientela veniva nel dopocena, dunque allungare il coprifuoco di una o due ore, mentre si va avanti coi vaccini, non cambierebbe granché dal punto di vista della prevenzione sanitaria mentre per noi cambierebbe molto. Per qualche strano motivo, comunque, non rientriamo tra i destinatari degli ultimi sostegni e, pur essendo fortunati per la posizione in cui ci troviamo, la situazione resta difficile. È capitato anche che ci abbiano staccato la corrente per un giorno…».

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