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Naip torna nella sua Calabria: il lametino finalista di X Factor a Cosenza

Ora vive a Bologna, ma è chiarissimo: "Tutto ciò che sono l'ho costruito giù". Un tour che è...Nessun Tour In Particolare

Il cantautore lametino Naip

Uno dei performer rivelazione dell’anno è tornato nella sua terra per un live che coniuga il cantautorato e il pop a specifici generi di musica elettronica come la psytrance e la jungle. È il lametino Michelangelo Mercuri in arte N.A.I.P (Nessun Artista In Particolare), classe 1991, che si è esibito alla Rendano Arena di Cosenza col suo “Nessun Tour In Particolare” per il secondo appuntamento di ”#Restartlivefest – Il meglio dello spettacolo dal vivo”, rassegna promossa da L’AltroTeatro (di Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano), in collaborazione con Regione Calabria e Amministrazione Comunale di Cosenza.

Dopo i sold out di Milano e Pesaro, il concerto rappresenta un ritorno a casa per l’artista, quarto classificato all’ultima edizione di “X-Factor”, parte del team degli Over 25 guidato da Mika. In scaletta i brani dell’ep “Nessun album in particolare”, l’ultimo singolo “David chi?” e alcuni pezzi interpretati nel talent Sky, più qualche sorpresa “locale”, come ci ha anticipato lo stesso NAIP: «È un live speciale perché non torno in Calabria da tanto tempo e sto preparando uno spettacolo più dinamico. Di live in live si alza sempre il tiro della performance; in questo caso ho coinvolto delle forze locali, legate al mondo del teatro danza».

Un ritorno nella tua terra, quindi, dove è iniziata la tua attività musicale, prima dell’esperienza a “X-Factor”. Ricordiamo i tuoi esordi.
«I semi della mia formazione sono in Calabria. Dai 16-17 anni facevo parte di diverse band, la più longeva i Dissidio, con cui ho fatto il percorso più lungo dal 2010 al 2017, scoprendomi anche chitarrista, cantante e scrittore. Ho iniziato a interessarmi al teatro con i laboratori di Dario Natale e Francesco Pileggi, con cui ho debuttato sul palco come attore, e fatto alcune esperienze cinematografiche nei cortometraggi di Mario Vitale, che oggi dirige i miei videoclip. Tra il 2006 e il 2019 ho coltivato i miei interessi artistici in Calabria, e poi sono andato a Bologna e la mia vita è cambiata. Ma tutto ciò che sono l’ho costruito giù».

Mario Vitale dirige anche il video dell’ultimo singolo “David chi?”, girato in due location calabresi molto suggestive per un brano di electro dance che è una polaroid della fragilità sociale ed esistenziale di questo tempo pandemico….
«Quando abbiamo iniziato a progettare il video con Mario abbiamo pensato ad un’ambientazione marziana, in particolare i Calanchi di Palizzi, che hanno una montagna argillosa molto suggestiva che ricorda Marte. Per gli interni è arrivata l’idea della casa del confino di Cesare Pavese che era proprio lì vicino, a Brancaleone, creando così il set del video nel giro di pochi chilometri. Il brano nasce in particolare dalla domanda ”Che senso ha per me scrivere oggi in questa situazione pandemica?”. La pandemia ci ha fatto capire la nostra vulnerabilità e ci ha indotto a domande esistenziali specifiche. Non trovavo più un entusiasmo nel parlare di qualcosa che non avesse a che fare con questa realtà, e la scintilla è arrivata da “Musica leggerissima” di Colapesce  e Dimartino. Mi sono reso conto che avevamo bisogno di esorcizzare la pandemia con la leggerezza, col “volare via”, in un viaggio fantastico su Marte, ed incontrare lì, anziché David Bowie, il dj David Guetta, e ballare una dance anni ’90-primi 2000, con leggerezza nostalgica. Volevo riuscire a mettere insieme tutte queste cose come in un calice d’arte, che potesse far evadere me e l’ascoltatore».

A “X-Factor” sei stato tra i pochi artisti che hanno avuto la possibilità di esibirsi dal vivo in un momento di fermo, accompagnato da un grande coach come Mika. Un tuo bilancio di quella esperienza.  
«Noi concorrenti eravamo dei privilegiati, perché ci esibivamo sull’unico palco con le luci accese, ed avevamo tutti i riflettori puntati addosso. Rispetto alla mia storia personale è come se in quei due mesi di “X-Factor” avessi messo a frutto i dieci anni precedenti, saltando molte tappe, come accade con i talent, che regalano una notorietà improvvisa. Mika è stato un grande guru: guida, insegnante e amico. All’inizio percepivo l’essere uno dei suoi appuntamenti in agenda, ma lentamente ha mostrato il suo lato umano, e da lì è nata una bella amicizia da cui abbiamo costruito qualcosa di più interessante».

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