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Soverato, alla scoperta della “filiera” delle notizie. Il primo passo è l’affidabilità della fonte

L’iniziativa di Gazzetta del Sud con Noi Magazine coinvolge l’Istituto Alberghiero di Soverato

Gli studenti della IV L in una foto scattata prima dello scoppio della pandemia

Le attività di creazione, produzione e distribuzione di notizie intese come una filiera non troppo distante da quella agroalimentare; se però per la seconda decifrare l’affidabilità di un prodotto è più semplice, nel primo caso pochi sono i punti di riferimento. Partono da questo bisogno formativo i ragazzi dell’Istituto per i servizi alberghieri di Soverato, per i quali l’esperienza dell’evento web realizzato all’interno del progetto Gazzetta del Sud in classe con “Noi magazine” diventa punto di partenza per un’analisi profonda sui modelli di consumo delle notizie. Il ridotto ciclo di produzione del bene informazione nel contesto digitale, osservano gli alunni di Scienze degli alimenti della IV L, implica una contrazione del tempo dedicato alla verifica dei fatti, all’attendibilità delle fonti e al controllo della qualità dei contenuti diffusi.
«Conoscere le strategie di informazione e disinformazione – spiega Daniele Tommaso Mellace, docente coordinatore della classe protagonista del dibattito con il direttore editoriale di Gazzetta del Sud Lino Morgante, il direttore di Focus Raffaele Leone e la direttrice di Focus Junior Sara Pozzuoli – ci aiuta a districarci nel campo commerciale del delicato settore alimentare. Insegniamo ai ragazzi come accedere alle fonti accreditate dell’informazione e a fidarsi di una “firma” dietro la quale c’è qualcuno che prende la responsabilità di ciò che afferma».
Il tema non è scontato, soprattutto per gli alunni dell’indirizzo di accoglienza turistica, preparati dai docenti per intervenire nei diversi ambiti delle attività di ricevimento, per gestire e organizzare i servizi in relazione alla domanda stagionale e alle esigenze della clientela; per promuovere i servizi di accoglienza turistico-alberghiera anche attraverso la progettazione di prodotti turistici che valorizzino le risorse del territorio. «La nostra paura era quella che la consapevolezza di essere invasi da notizie false – spiegano gli alunni in un confronto finale sul tema sollecitato dalle domande di Erika Procopio, Giusy Gimondo, Aurora Sanso ed Eleonora Branconi – potesse innescare una sorta di forma di diffidenza e indifferenza nei confronti del mondo dell’informazione. Il confronto con giornalisti e direttori di importanti testate ci ha aiutato a capire quali sono i confini entro cui possiamo muoverci per difenderci dal grande inganno che parte dalla distinzione delle fonti. Non avevamo mai pensato ad esempio, nel collegarci a enciclopedie on line, di verificare gli autori del contenuto, convinti che il contenitore potesse darci le garanzie di cui avevamo bisogno. Ci hanno guidati ad aprire una prospettiva diversa e speriamo che quotidiani e periodici dedicati ai giovani inseriscano contenuti sul mondo della ristorazione affrontati con l’approccio scientifico e che promuovano nuovi incontri come quello realizzato nei giorni scorsi, magari in presenza e a diretto contatto con professionisti dell’informazione».

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