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Liti e tensioni alla direzione Pd dopo la sconfitta alle Provinciali

L’autocritica del segretario Gianluca Cuda. L’abbandono dei lavori del presidente della commissione di garanzia Mario Paraboschi in polemica con i vertici del partito. E i contrasti sull’atteggiamento da assumere a Lamezia in vista delle prossime scadenze. La riunione della direzione provinciale dei dem non ha deluso le aspettative. Volti tesi e toni animati hanno segnato l’appuntamento di ieri a Lamezia Terme, nella sede regionale del partito. Si è trattato del primo confronto a più voci dopo la bruciante sconfitta alle Provinciali. Una battuta d’arresto, l’ennesima, che ha confermato la crisi profonda in cui versa il Pd a queste latitudini.

L’approdo di Sergio Abramo a Palazzo di Vetro, come scritto sulla Gazzetta del Sud in edicola, ha accelerato una resa dei conti già nell’aria da tempo. Non a caso la richiesta arrivata da più dirigenti è stata quella di procedere quanto prima alla convocazione di un congresso provinciale straordinario. Nessun provvedimento è stato adottato (e d’altronde non era certo la direzione l’organo deputato a farlo) nei confronti di chi - vedi i consiglieri regionali Antonio Scalzo e Vincenzo Ciconte e il capogruppo in Consiglio comunale a Catanzaro Lorenzo Costa - ha scelto di non fare una corsa autonoma rispetto al Pd alle Provinciali. Si vedrà nei prossimi giorni se il segretario Cuda attiverà una procedura nei loro confronti chiedendo alla commissione di garanzia un provvedimento in tal senso.

 

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