Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

I cattolici calabresi ripartono da Don Sturzo, ma Viscomi frena sulla nascita di un partito

Il deputato del Pd Antonio Viscomi

L’ispirazione politica che un secolo fa portò don Luigi Sturzo a fondare il Partito popolare può diventare il germe di un popolarismo “buono” da opporre al populismo e al sovranismo che imperano nel Paese. Se il fermento dei cattolici di queste ultime settimane porterà alla creazione di un nuovo partito, sull’esempio del Ppi sturziano, è ancora tutto da vedere.

Su un dato, comunque, sembrano essere tutti d’accordo: «l’appello ai liberi e ai forti» del presbitero siciliano rimane attuale. Lo fa capire a chiare lettere anche l’arcivescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone, quando spiega che «governare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento: ai liberi e forti di oggi dico di lavorare insieme per l'unità del Paese, fare rete condividere esperienza e innovazione». Nella sala dell’auditorium San Pio X, nel cuore del capoluogo calabrese, va in scena una giornata di studi e riflessioni simile a quelle che hanno segnato la storia del cattolicesimo democratico calabrese. Stavolta, però, a muovere un po’ tutti non è solo la nostalgia per l’epopea di un partito, la Dc, che ha segnato con fortune alterne, per mezzo secolo, la vita politica italiana. Si percepisce, semmai, l’esigenza di riconquistare uno spazio all’interno della società dopo la morte del bipolarismo e l’avanzare di un orizzonte nazionalista-identitario dai contorni non definiti.

Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – Calabria in edicola oggi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia