In una giornata uggiosa si è materializzata la “maledizione” del sindaco di Vibo, Elio Costa. Per la seconda volta, infatti, in quattordici anni - era sempre gennaio quando nel 2005 fu sfiduciato - la politica (mascherata da quel civismo che ha dovuto gettare la maschera dopo mesi di impasse) ha dato il ben servito ad Elio Costa che dopo tre anni - l’insediamento nel giugno 2015 - chiude la sua esperienza.
Si sono ritrovati alle 12,45 in Municipio - le firme giunte alle 13,15 - i consiglieri comunali per firmare le dimissioni davanti al segretario comunale, mentre il sindaco lasciava palazzo “Luigi Razza” insieme all’assessore Bellantoni.
Le opposizioni hanno seguito l’accelerata impressa da Forza Italia, o meglio dal leader, il senatore Giuseppe Mangialavori che, nel fine settimana, aveva dato l’ultimatum al sindaco, invitandolo a dimettersi con l’avviso che in caso contrario i consiglieri avrebbero firmato le dimissioni. Non ha fatto passi indietro però Costa che anzi nei confronti di Forza Italia ha lanciato pesanti strali.
E così questa mattina la contro risposta dei consiglieri che dalle prime ore della mattinata hanno iniziato a farsi vedere nel palazzo. Si guardavano intorno - alcuni increduli - così come i dipendenti, molti delusi perché non d’accordo con questa scelta della politica. E “molto amareggiata” si è detta tra i corridoi la dirigente Teti.
Malumori e parole di solidarietà nei confronti di Elio Costa che comunque non hanno fermato i consiglieri ormai pronti a fare cadere l’amministrazione.
In 25 a firmare: Forza Italia con i Liberali per Vibo e il gruppo Pasqua (che ha atteso si raggiungessero le 17 firme per apporre la loro e tra di loro mancava il consigliere Lagrotta), gli ex Pd (tranne Roschetti) Vibo Unica e Progressisti per Vibo.
A non firmare solo i consiglieri de La città che vorrei (Fatelli, Buccarelli), Liberamente (De Lorenzo), Vibo popolare (Arcella e Polistina).
Accanto al sindaco fino all’ultimo, nella convinzione che “crediamo ancora in lui, l’unico che poteva ricoprire questo ruolo. So - ha spiegato Elisa Fatelli - quanti sacrifici ha fatto per questa città. Chi avrebbe recuperato 11 milioni per Vibo Marina? O gli stipendi pagati ai dipendenti, visto che quando si è insediato il sindaco non lo stavano percependo per le difficoltà economiche in cui versava il Comune?”.
Adesso, quindi, espletate le procedure più tecniche (firmate le dimissioni e poi un delegato le ha consegnate al segretario comunale che le trasmetterà in Prefettura) tutti guardano alle prossime elezioni - le dimissioni entro il 24 febbraio consentono infatti di fare tornare Vibo alle urne nelle competizione elettorale primaverile (verosimilmente maggio) - e dunque è già partita la campagna elettorale.
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