È l'ultima frontiera dello sviluppo, l'area che si affaccia sul litorale di Giovino con il “polmone verde” dell'elegante pineta risparmiata dall'assalto urbanistico che ha deturpato il quartiere marinaro. «Fermiamo il saccheggio della città o sarà la fine», ammoniva la professoressa e storica dell'arte Emilia Zinzi, una vita dedicata alla tutela del territorio, osteggiata e finanche irrisa ma sempre pronta a denunciare speculazioni e abusi. Su questioni immense come l'assetto di Giovino, ciclicamente riemergenti ed elettoralmente dirimenti, l'Amministrazione comunale sta giocando una delicata partita. I due fronti sono già delineati: un'opposizione che si dice pronta a dare battaglia contro ogni speculazione, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, e una maggioranza ben decisa a dare impulso all'unica vera area di pregio della città ancora non devastata dalle aggressioni del passato. Perché arginare la cementificazione rozza e brutale non vuol dire condannare all'immobilismo sterile e improduttivo un territorio dalle potenzialità enormi. Lo pensa il sindaco Sergio Abramo che mercoledì ha portato la questione al vaglio dei capigruppo.