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Regionalismo differenziato, "Calabria in rete": «No alla secessione dei ricchi»

Mario Oliverio, il presidente della Regione Calabria

La fermezza di Oliverio («Troppo semplice! Il Sud, nel corso di decenni è stato tenuto in condizione di ritardo di sviluppo»). L'orgoglio di Irto: («Primi in Italia, abbiamo approvato in Consiglio regionale una mozione per evitare la secessione dei ricchi»). La finezza di Fantozzi («Nel sociale, la secessione è già iniziata»).

Nonostante l'evidenza di iniziativa preelettorale, il confronto organizzato ieri sera a Crotone dal movimento “Calabria in rete” per la sua tempestività ha avuto una qual certa dignità politica. Merito dei relatori, degli interventi orientati più alla riflessione che alla polemica spicciola. Nel salone del Lido degli Scogli molti applausi, molta provincia e molto comune, molto sindacato; ma poca economia, poco Pd. C'era il popolo di Sculco.

«Abbiamo chiesto al Governo di aprire un confronto a 360 gradi con tutte le regioni italiane. Non si possono affrontare in modo bilaterale questioni dalle implicazioni decisive - ha contestato il presidente della Regione Oliverio - Il Sud è stato mantenuto in una condizione differenziata per qualità della vita. Intanto gli investimenti nel Paese sono stati realizzati dallo Stato, dalla comunità nazionale, quindi anche dal Sud. Guardate l'alta velocità: realizzata fino a Napoli, è costata fior di quattrini dello Stato. Oggi è miope la parte forte del Paese: perché o cresce nel suo insieme tutto il Paese, o si indebolisce anche la parte forte».

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