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Vibo, sette comuni dell'Angitolano pensano alla fusione

Maierato, tra i comuni coinvolti

Nel comprensorio angitolano si continua a lavorare alla fusione dei Comuni. Già nei mesi scorsi gli esecutivi dei sette comuni coinvolti nell’ambizioso progetto (Maierato, Francavilla Angitola, Polia, Monterosso Calabro, Capistrano, San Nicola da Crissa e Filogaso) avevano dato, ciascuno, l’ok a procedere con lo studio di fattibilità per la gestione associata delle funzioni e dei servizi; questa mattina a Maierato tale studio è stato potenziato ed avviato, con un incontro tra i sindaci dei comuni interessati.

Hanno presenziato alla riunione Domenico Libero Scuglia, segretario comunale di San Nicola da Crissa, il quale ha illustrato il progetto, e Francesco Aiello, esponente dell’associazione di promozione sociale Open Calabria, che si occuperà di condurre lo studio di fattibilità. Lo studio sarà un valido supporto per decidere circa l’unione dei comuni: l’ultima parola, spetterà, però, ai cittadini che, a termine delle procedure propedeutiche, saranno chiamati ad esprimere il proprio parere meddiante referendum.

All’accorpamento in questione dovrebbero conseguire, sostanzialmente, ragguardevoli risparmi per gli enti locali e più efficaci risposte ai cittadini in termini di erogazione dei servizi. In particolare, l’aggregazione delle funzioni e dei servizi porterebbe i seguenti vantaggi agli enti: eliminazione dell’attività istruttoria locale, che verrà svolta dai centri operativi; riduzione dei costi relativi alla formazione del personale e al ricorso alle consulenze esterne; innalzamento della qualità amministrativa; normalizzazione delle procedure amministrative; riduzione del contenzioso tra pubblica amministrazione ed utenza.

I vantaggi per i cittadini dovrebbero essere: riduzione dei tempi di attesa; trasparenza dell’azione amministrativa; uniformità delle procedure. L’interesse di promuovere l’Angitola come aggregato o, addirittura, come ente unico ha essenzialmente natura socio-economica. Nelle criticità in cui versano, al giorno d’oggi, le casse della maggior parte degli enti locali, si cerca di attingere le risorse prevalentemente dai fondi europei (sia diretti che, soprattutto, indiretti). Queste risorse vengono ottenute mediante la partecipazione e l’ammissione ad appositi bandi che, però, si rivolgono principalmente a Comuni sopra i 5000 abitanti.

Le realtà dell’angitolano non arrivano, singolarmente, a detto requisito demografico: si tratta, infatti, di paesi molto piccoli e stretti nella morsa dello spopolamento. Presentarsi congiuntamente in Italia e in Europa significherebbe avere i numeri necessari per liberare risorse a vantaggio della collettività. Di fusione dei comuni si parla da anni: nel 2015 dall’amministrazione comunale di Polia, sotto la guida dell’allora sindaco Carmelo Bova, teorizzò un’unione tra i Comuni della zona, che trovò forte sostegno nel sindaco di Monterosso, Antonio Lampasi. Nel gennaio 2016 a Monterosso, inoltre, la consigliera Marisa Galati tenne un convegno sulla possibilità di aggregazione con i Comuni di Capistrano e Polia, riscoprendo in essi l’univoca matrice culturale.

A maggio dello stesso anno, alcuni enti lanciarono perfino l’idea dell’Angitolandia. Il 2018 è stato l’anno in cui sono stati compiuti alcuni importanti passi verso un futuro condiviso: tra questi si ricordano la partecipazione congiunta di Monterosso, Maierato, San Nicola da Crissa e Filogaso al bando regionale per la riqualificazione dei borghi, nonchè la creazione- in itinere- del Distretto Turistico dell’Angitola, al quale hanno aderito nove Comuni. Tutte occasioni di crescita per l’angitolano.

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