I mali che senza il piano di riequilibrio lacrime e sangue porterebbero il Comune di Vibo al secondo dissesto finanziario, sono atavici. Nulla di nuovo, insomma, sotto il sole cocente di questa estate. Le “sudate carte” chiariscono cause e fattori dello squilibrio finanziario. Il problema forse più significativo rimane legato alla percentuale di riscossione delle entrate canoniche dell'Ente non adeguata. A questo fattore si va ad aggiungere la ricostituzione faticosa dei fondi vincolati “dilapidati” in gran parte prima del 2010.
C'è un dato positivo, inerente il triennio (2016-2018), che ha preceduto l'avvento dell'attuale amministrazione: il rispetto dei vincoli di finanza pubblica. Ma alcuni nodi sono rimasti da sciogliere. Sul Comune capoluogo pesano come un macigno i 12,4 milioni di euro per il finanziamento della Tangenziale che avrebbe dovuto collegare la città allo svincolo autostradale. Pesano anche le anticipazioni con il ministero dell'Interno per far fronte ai debiti contratti precedentemente al dissesto; pesa il fondo di crediti di dubbia esigibilità troppo elevato a causa della difficoltà nella riscossione dei tributi. E qui il cerchio si chiude.
E ancora, «l'Ente sta pagando con risorse proprie, sottraendo servizi ai cittadini - evidenzia la relazione sottoscritta dal sindaco Maria Limardo - i debiti rientrati nella massa passiva dell'Osl». I numeri sono emblematici, guardando alla situazione finanziaria degli ultimi anni. «Nel 2017 l'Ente ha contratto una prima anticipazione con il Viminale per 7,1 milioni di euro da restituire in rate semestrali, per 20 anni». Ulteriori 6,7 milioni, sono stati richiesti perchè, secondo l'Osl, sarebbero necessari per risolvere i contenziosi.
Di conseguenza, se il dissesto venisse chiuso oggi, il Comune avrebbe bisogno di 13,9 milioni. L'amministrazione Costa, infine, ha deciso di ripianare il disavanzo pari a 7,7 milioni. In tutto questo manca, ad oggi, la rendicontazione dell'Osl. Ecco perchè, onde evitare un nuovo default, l'unico strumento valido, per l'amministrazione, è il Piano di riequilibrio. Un ulteriore mannaia sul capo dei cittadini, in termini di servizi e non più di tasse, visto che le aliquote sono già ai massimi livelli previsti dalla legge.
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