Lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro per «accertati condizionamenti» della criminalità organizzata, disposto dal governo lo scorso 12 settembre, sarà all’ordine del giorno della prossima seduta della Commissione antindrangheta del Consiglio regionale calabrese.
L’organismo, presieduto dal consigliere regionale Arturo Bova, si riunirà giovedì prossimo, 26 settembre, per tenere una serie di audizioni sullo scioglimento dell’azienda catanzarese: a essere convocati alla seduta della Commissione regionale anti-'ndrangheta sono il commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, il dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute, Antonio Belcastro, e inoltre Amalia De Luca ed Elga Rizzo, già direttori generali facenti funzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
Al momento, alla guida dell’Asp del capoluogo regionale calabrese è insediata la commissario straordinaria nominata il 13 settembre dal prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, con il decreto che ha diporto la sospensione dell’organo di direzione aziendale.
Lo scioglimento dell’Asp di Catanzaro è stato decretato dal governo al termine di un procedimento partito a dicembre 2018, con l’insediamento di una commissione di accesso antimafia all’Azienda catanzarese, all’indomani di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, l’operazione «Quinta Bolgia», che aveva svelato presunte infiltrazioni di cosche di Lamezia Terme nella gestione di alcuni servizi aziendali.
L’Asp di Catanzaro è la seconda azienda sanitaria provinciale in Calabria a essere stata sciolta per «accertati condizionamenti» della criminalità organizzata nel corso dell’anno: a marzo 2019 analoga sorte era toccata all’Asp di Reggio Calabria.
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