La Comunità scout M.a.s.c.i. di Strongoli, che ha Francesco Vizza e Antonella Parisi i suoi referenti territoriali, lancia una proposta. Chiede ai candidati sindaci in lizza per le amministrative di «confrontarsi in un incontro da organizzare per i primi di settembre sul programma elettorale di sottoscrivere in quell’occasione un codice etico, da far rispettare già sede di composizione delle liste».
Impegno non secondario per una realtà qual è quella di Strongoli in cui il consiglio comunale è stato sciolto, nel gennaio 2018, a seguito dell’operazione Stige che ha portato all’arresto anche del primo cittadino strongolese, oltre a quello di Cirò Marina.
Ad oggi sono tre gli schieramenti pronti ai blocchi di partenza a Strongoli: quello guidato dal maresciallo Sergio Bruno, in servizio al Nucleo Comando della Compagnia provinciale dell’Arma; il fronte che appoggia l’avvocato Servio Romano, in passato sindaco e l’ing. Luigi Costantino, sostenuto dal Pd.
«A larghe linee – anticipa in una lettera aperta l’avvocato Vizza – il codice etico prevede di adottare, per l’individuazione dei candidati e per le successive nomine, criteri di competenza, meritocrazia e trasparenza e di verificare: palesi conflitto d’interesse, tali da condizionare i comportamenti, l’appartenenza ad associazioni che comportino un vincolo di segretezza o comunque a carattere riservato, ovvero che comportino forme di mutuo sostegno, tali da porre in pericolo il rispetto dei principi di uguaglianza di fronte alla legge e di imparzialità nelle pubbliche amministrazioni».
Si chiede di verificare ancora «eventuali sentenze di condanna, definitive, per reati inerenti a fatti che presentino, per modalità di esecuzione e conseguenze, carattere di particolare gravità, anche in riferimento allo scioglimento del Comune; la sussistenza di misure, previste dalla legge antimafia, di prevenzioni cautelari personali e patrimoniali ancorché non ancora definitive, e, comunque, di non essere stati rinviati a giudizio in procedimenti penali, per delitti di corruzione nelle diverse forme previste e di concussione e comunque per delitti contro la Pubblica Amministrazione».
Ai candidati viene chiesto, di «conformare la propria condotta al dovere istituzionale di servire la Comunità con diligenza e trasparenza, di rendere nota annualmente, nel rispetto della vigente normativa, la propria condizione patrimoniale e di reddito; di impegnarsi a non favorire il conferimento di incarichi a propri familiari o a persone con cui si abbiano rapporti professionali; di sostenere la parità di genere nelle nomine di competenza del Consiglio e che conducano la campagna elettorale con correttezza e uso trasparente delle risorse, rendendo pubbliche e trasparenti tutte le decisioni prese che riguardino l’attività amministrativa e l’interesse della comunità».
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