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Strongoli, Codispoti "Dirigenti precari del Pd hanno scassinato la sede". Greco: "Serratura bloccata"

E’ braccio di ferro all’interno del Pd di Strongoli, comune del crotonese, dove dopo due anni di commissariamento seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose deciso dopo l’inchiesta Stige, si tornerà alle urne sulla scelta del candidato sindaco. Da una parte c'è il segretario cittadino dei Dem Salvatore Codispoti, che sostiene Sergio Bruno, espressione della società civile, dall’altra alcuni componenti del direttivo che sono per la candidatura di
Ferdinando Greco.

«Alcuni dirigenti locali del Pd di Strongoli - ha fatto sapere Codispoti - hanno forzato la serratura della sede del circolo cittadino per svolgere l’assemblea con la quale è stata contestata la scelta di appoggiare la candidatura a sindaco di Bruno proveniente dalla società civile. Un blitz messo a segno da precari dirigenti di partito, gente che non è espressione del Pd in quanto alle scorse elezioni regionali non ha nemmeno sostenuto il proprio partito e che di fatto vogliono mettere alla porta il segretario».

I componenti del direttivo del Pd, guidati dal presidente del circolo Antonio De Tursi, controbattono annunciando, a breve, una mozione di sfiducia nei confronti del segretario e sostengono che si è consumato un atto gravissimo, di chiaro stampo fascista, con il tentativo di sabotare la riunione del
Consiglio direttivo».

«Nessuno ha scassinato alcunché - afferma il candidato sindaco Greco - avendo trovato la serratura bloccata, abbiamo chiesto al proprietario il permesso per entrare, lui ce lo ha concesso ed abbiamo fatto aprire la porta
da un fabbro».

 

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