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Calabria zona rossa, il rettore del Convitto Filagieri di Vibo: "Colpa dei nostri rappresentanti"

Perché la Calabria è zona rossa? A chiederselo, come la maggior parte dei calabresi, anche il rettore del convitto “Filangieri” di Vibo Valentia Alberto Capria. "Non si è aperta una riflessione – commenta il preside -, ma una indecorosa canèa dopo il durissimo DPCM ; inspiegabilmente, incredibilmente farcita – la canèa - da “casacche” ed appartenenze , mai come in questo tempo logore quanto anacronistiche". Ma al di là del maldestro tentativo di qualche parvenu prestato alla politica, la responsabilità, a parere di Capria, è tutta nostrana: o almeno dei nostri rappresentanti; quelli che ci siamo scelti. "Diceva Norberto Bobbio – prosegue il rettore del convitto “Filangieri” - che non si può escludere che i cittadini e la classe politica che essi stessi scelgono, si assomiglino come due gocce d’acqua. "Cominciamo a fare seriamente i conti con il Covid a febbraio; nel periodo marzo –maggio e rispettiamo il lockdown imposto, senza meriti particolari – continua il preside -. Abbiamo solo osservato le norme, cosa normale in un paese civile. Nello stesso periodo la Calabria – e le altre Regioni - avrebbe dovuto attivarsi percorrendo due strade: gestire la pandemia e creare i presupposti per non essere nuovamente sorpresi dalla stessa".

Come? "Programmando razionalmente, intelligentemente: la politica è ricerca di soluzioni possibili a problemi complessi: non annunci – rileva Capria -. Realizzando il centro Covid regionale, mai partito nonostante i sopralluoghi di variopinti figuranti catanzaresi e le solite stucchevoli diatribe fra Policlinico Universitario e Mater Domini (altro che ... 2^ Repubblica) . Si parlò nell’aprile scorso – solo chiacchiere, tranquilli – di covid - hotel: disperso sul fronte occidentale. 270 i posti di terapia intensiva e sub intensiva (136 per la prima, 134 per la seconda) da creare, con tanto di protocolli e impegni rimasti ineluttabilmente sulla carta". E ancora: "Fra medici e paramedici da assumere, avremmo dovuto avere una maggiore disponibilità di 500 professionisti: ovviamente nulla di fatto. In tempi più recenti avremmo dovuto avere una preziosa figura professionale in più nelle scuole: l’infermiere. Attendiamo, ma siamo pazienti! Eppure, come ammesso dagli stessi alti funzionari regionali – aggiunge il rettore - la Regione ha incassato decine di milioni provenienti dal governo".

E dunque? "Al di là delle legittima appartenenza politica, come si può non fare autocritica per quello che non si è fatto; a non prendere le distanze da dichiarazioni farneticanti come quella di far passare la tesi che la dichiarazione di zona rossa è “ ... un complotto politico ai danni della Regione ” , o che sia “...una decisione da Regime totalitario” , nella vana quanto indecorosa speranza di lucrare voti sulle legittime proteste".

Secondo Capria, l’incapacità di trovare una soluzione alla crescita dei contagi, anche negativamente aiutati da un ex Commissario alla sanità: è solo e soltanto questo il vero motivo per cui siamo zona rossa.

Ed il criterio utilizzato "è semplice quanto oggettivo (ovviamente per chi ha “virtute et canoscenza”) ed equivale ad un numero tichettato come RT: 1,86 ad oggi. Cioè ogni persona infetta può infettarne quasi due.

L’epidemia dunque "non è sotto controllo : e se non si scenderà sotto 1,5 – che equivale ad un indice epidemico sempre alto ma sotto controllo - continueremo ad essere zona rossa.
Non lo saremmo, se si fosse mantenuto quel che si è promesso allora (reminiscenza Leopardiana): “realizzeremo 440 terapie intensive e tre Covid hotel, assumeremo 500 operatori sanitari, invieremo un infermiere in ogni scuola, processeremo più tamponi, utilizzeremo intelligentemente le donazioni covid” (per esempio acquistando... un ecografo per la prostata!) . Bla, bla, bla". Non c’entra nulla, a parere del preside Capria, il regime dittatoriale ( anche se dichiarato da chi di regimi se ne intende) o i poteri forti.

Il complotto politico? "Un refrain che una parte politica deve ripete come un mantra. Obbedir...esternando! La dichiarazione di Zona Rossa della Calabria ha nomi e cognomi, da ricercare in casa, non sui ... tavoli romani; E’ bene che lo sappiano coloro i quali stanno giustamente e democraticamente protestando per il lockdown necessario; che vanno compresi, sostenuti, aiutati sostanziosamente e da subito, non da domani. Mettersi a capo delle legittime proteste, dopo essere stati causa delle stesse, è indegno di una politica maiuscola, che voglia definirsi tale".
Abbiamo mali endemici, a parere del rettore del convitto “Filangieri” di Vibo Valentia - da curare e risolvere, da 20 anni almeno; ed in questi 20 anni si sono succedute diverse Amministrazioni e di diversi colori politici tranne uno: il colore della vergogna.

Faber est suae quisque fortunae. I calabresi sapremo prendere in mano il nostro destino senza farci, una volta ancora turlupinare? "Non lo so – conclude -, certo lo spero. Anche perché, come diceva Theodor Momsen “L’alba sarà tanto più luminosa, quanto più la notte è stata buia”. E di notti buie, non ne possiamo più"!

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