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Elezioni regionali in Calabria, Cristallo: "Niente barricate. Obiettivo è unità della sinistra"

La leader delle "Sardine" in Calabria ribatte a chi l'aveva accusata di alzare muri nei confronti di de Magistris. "Ma sono sbagliati tempi e modi"

Jasmine Cristallo è la leader delle Sardine in Calabria

"Leggo di "barricate" che si sarebbero erette nei confronti di De Magistris, facendo riferimento alla mia nota.
Mi preme evidenziare che ancora una volta a chi piace piazzare titoli ad effetto, trasformare l’informazione in una sorta di bollettino agonistico senza approfondimenti e contenuti". E' quanto afferma in una nota Jasmine Cristallo, portavoce del movimento delle "Sardine" in Calabria. 

"Giungere all'unità della sinistra"

"Le barricate da sempre presuppongono resistenze fisiche, preludono un corpo a corpo, anticipano atti di offensiva, insomma rappresentano un atto interno a battaglie e guerriglie attuali o prossime future. Ebbene, in realtà, la mia nota è in continuità con il tentativo da me avviato a gennaio 2020 a discutere di metodo, per giungere ad un atto politico supremo : unità della sinistra. Lo faccio e continuerò a farlo con tutte le mie forze anche in questa vigilia di tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale Calabria".

"La nostra Regione, la mia Calabria, da mesi oramai è presentata come terra allo sbando, come insieme di gruppi dirigenti pubblici incapaci o peggio ancora etero-guidati, come una classe dirigente incapace di proporsi, o addirittura incapace di avvantaggiarsi pure dei contributi offerti dallo stato centrale, dalla politica nazionale.
Proprio questo - sottolinea la Cristallo - che mi spingeva a dire che il metodo dell’auto proposizione, dell’accelerazione in avanti, da parte di tutti, chiunque lo proponga o lo pratichi, è un metodo negativo, che non produce effetti convergenti, bensì di arroccamenti. Chiunque lo pratichi non può affermare di aver a cuore la Calabria. Ho con convinzione e speranza partecipato, insieme ad altri soggetti e organizzazioni di partito e movimenti, all’avvio del confronto per giungere ad un programma e ad una sintesi di candidatura che questo programma lo rendesse visibile e vincente contro la destra e per una sinistra che riscoprisse la voglia della politica fuori dai palazzi e nei territori".

No alle fughe in avanti

"Il rinvio, giusto, e da me insieme ad altri invocato, anziché vedere immediata mobilitazione di forze e intelligenze a stringere l’azione avviata, con una capacità inclusiva e prima ancora di ascolto, ha registrato un inspiegabile arresto reso ancora più negativo dal fatto che è subentrato un clima politico nazionale estremamente carico di tensione dovuto alla devastante e colpevole destabilizzazione della crisi di governo di cui chi ne è stato fautore dovrà risponderne. E’ in questo intermezzo che si consuma l’ennesima decisone, legittima, figuriamoci, ma assolutamente inopportuna per tempi e modi, di immettere una ulteriore candidatura già definita per la corsa alla guida della regione".

"Basta con in rituali del politichese"

"A tutto ciò non si risponde con ritualità del politichese, giunto oramai al suo capolinea. Ho definito in un altro mio passaggio che questo modo di procedere, questo politichese che si presenta come reperto archeologico, fa sì che chi lo pratica venga visto, più come manutentore di palazzo che costruttore di comunità, e di questo me ne convinco ancora di più. Non basta affermare da parte delle forze politiche di governo, che non si condivide una candidatura, bisogna fare di tutto per riattivare invece la pratica del confronto, dell’ascolto, dell’inclusione, dell’avvio di un metodo che ricerchi temi forti, condivisi, di rottura e di inversione di tendenza sul piano della giustizia sociale, del welfare locale, della sanita e della pubblica amministrazione. Invece si assiste ad una semplificazione quasi umiliante, da parte di tutti, di candidature che a vario titolo e con strategie diverse tendono a sottrarsi a quella pratica inclusiva, aggregante, non autoreferenziale".

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