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Da Mario Monti a Mario Draghi: salvezza dell'economia o economia della salvezza?

La riflessione di padre Giovanni Calcara relativa alle questioni sociali che riguardano la possibile nascita del nuovo governo

"A leggere i titoli dei giornali e dei loro siti web, e degli altri social, non credo che sia necessario rivolgersi agli analisti politici-economici ma, ai psicanalisti e agli specialisti di salute mentale delle Asp, segnalando in certi casi, la necessità di avviare qualche TSO con esecuzione immediata per salvaguardare il bene dell’incolumità pubblica". E' quanto scrive in una riflessione padre Giovanni Calcara.

Se la politica, come affermava don Luigi Sturzo, (e non Paolo VI come comunemente si dice!): “E’ la più alta forma di carità”, e qualche secolo prima, il grande domenicano san Tommaso d’Aquino, affermava che: “il fine della politica è cercare/creare la felicità dell’uomo”; ahimè siamo costretti a parlare di altre cose.

I politici, cosiddetti, da qualcuno giustamente, sono stati definiti, degli “intrattenitori di spettacolo”, una volta si diceva: “ogni popolo ha il governo (e aggiungo io il presidente del Consiglio, il presidente della Regione, il Sindaco, il Vescovo…) che si merita”. E il bello, dovremmo dire la tragedia, è che tutti, ripeto tutti, ci vogliamo far credere che, agiscono per il Bene Comune, per venire incontro alle necessità dei cittadini. Rimane da vedere di cosa e di chi, si sta parlando.

Il presidente Mattarella, come sappiamo, non è un interventista, per natura e formazione, è rispettoso delle regole, secondo una morale civile e cristiana, riconosciuta come “unica garanzia del momento” per il ruolo chiamato a svolgere. E ieri sera, con toni chiari e sereni,  ha spiegato come per le scadenze, gravi e difficili, che l’Italia deve affrontare in questi mesi, sia necessario avere in carica un Governo “con pieni poteri”, e non di “transizione per elezioni politiche anticipate”.

Mario Draghi, appare quindi, per Mattarella, l’unica soluzione “possibile e credibile”, l’alternativa non sono, quindi, le elezioni, ma il “baratro” per gli italiani, con effetti che, è possibile solo presagire, ma non prevedere.

Tutti ad osannare, giustamente, il valore e lo spessore della personalità e dello spessore tecnico dell’ex Governatore della Bce, che, ricordiamolo, rimane un tecnocrate. Una persona, cioè che vede, guarda, analizza, agisce con una visione che, ricordiamolo portò “ai tagli lineari” di dieci anni fa di montiana memoria. In una quadro di risanamento della spesa pubblica, investimenti per la ripresa produttiva, rilancio delle attività economiche ecc. ecc. in che misura saranno chiamati a “contribuire” i cittadini e quale sarà il “reale contributo” dei cosiddetti “poteri economici forti”?

Un’economia “deve essere amica dell’uomo” come diceva Benedetto XVI e, non “speculativa, altrimenti uccide!”; la “solidarietà e la sussidarietà, sono le uniche frontiere del futuro” (Giovanni Paolo II) tra chi possiede e chi non possiede, tra gli anziani e i giovani, tra il nord e il sud, solo per accennare alcuni scenari che dovrà affrontare il nuovo Governo. E poi, il controllo dell’utilizzo dei finanziamenti della Comunità Europea e della spesa dello Stato, il recupero della legalità in interi settori economici in mano alla criminalità, la sicurezza del - e sul - lavoro come garanzia della dignità della persona, la tutela di categorie deboli come gli ammalati, i disoccupati, le donne, i giovani, gli immigrati.

La necessità di affrontare ogni ambito della vita personale e comunitaria, attraverso “categorie, scelte, investimenti” che abbiano il coraggio di pensare “non quello che possono fare gli altri, ma quello che puoi fare tu” come amava dire Robert Kennedy, in versione laica. Il Vangelo afferma: “tutto quello che hai fatto… o non hai fatto al tuo fratello…, l’hai fatto, o non l’hai fatto a me” dice il Signore (cfr. Mt 25) e, che “il nuovo nome della pace è la giustizia” (Giovanni XXIII), che “la solidarietà non deve essere elemosina, ma  rendere giustizia al fratello” (Giovanni Paolo II), oppure ricordarci che “i beni sono stati creati per l’uomo e per ogni uomo” (Paolo VI) e che “in caso di necessità, l’uomo può appropriarsi anche di quello che non gli appartiene per sopravvivere, senza commettere furto” (san Tommaso d’Aquino”.

Non si tratta di alienarci dalla realtà, tragica e mortale, per proiettarci nel “libro delle favole”, ma di un sano-reale-concreto “ragionamento” che porti tutti a credere che un “futuro” è possibile per ognuno di noi, qualunque sia la condizione nella quale oggi ci troviamo. E che, tornerà, sicuramente “utile” che qualcuno “compia dei sacrifici”, se lo può fare per aiutare chi “realmente” deve essere aiutato.

Papa Francesco nell’Enciclica “Fratelli tutti” ci richiama a questo senso di umanità e di fratellanza, l’unica via percorribile per il futuro dell’uomo e dell’umanità.

Per operare queste scelte, verso cui proiettare il futuro dell’Italia, non deve essere la “preoccupazione del solo Mattarella, ma l’ “I Care” di don Mazzolari, ancora attuale e che aspetta di essere incarnato. L’impegno politico, nel vero senso del “significato di questa parola”, di tutti coloro che hanno responsabilità nell’amministrare la “Cosa pubblica-il Bene Comune” in cui nessuno sia escluso dall’essere responsabile e non vittima, protagonista e non spettatore, salvatore e non carnefice.

Tutti dobbiamo prendere coscienza, pensando ad Haidi che “era bello stare, lassù sui Monti…” e, che invece bisogna “combattere con Draghi…”.

Anche se non credenti che, i cosiddetti politici “si battano la mano sul cuore” invece di affermare che “Draghi avrà bisogno di una maggioranza parlamentare”. Certo, altrimenti avremmo a quest’ora i carri armati per le strade, come è avvenuto qualche giorno fa nell’ex Birmania. Per questo siete stati “eletti” e per questo venite “profumatamente pagati” per “discutere, decidere, votare”.

Il teatro, è un’arte nobile, lasciatela fare agli artisti!

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