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Lamezia, Mascaro “accetta” la sfida del ballottaggio

L’ex primo cittadino commenta la decisione della Prefettura di Catanzaro sul ritorno alle urne

Un seggio elettorale durante lo spoglio delle schede alle ultime amministrative tenutesi a Lamezia Terme

Tutto si può contestare a Paolo Mascaro ma non che non legga con attenzione le carte. Il decreto con cui la Prefettura di Catanzaro ha convocato le nuove “mini” elezioni lametine per il prossimo 28 marzo parla chiaro: come anticipato ieri dalla Gazzetta del Sud, la decisione messa nera su bianco dal prefetto Maria Teresa Cucinotta dispone che, oltre alla ripetizione del voto nelle 4 sezioni il cui scrutinio è stato annullato dal Tar, si debba ripetere anche il turno di ballottaggio, fissando anche la data per l’11 aprile, ovvero lo stesso giorno individuato per le Regionali. La Prefettura parla di «eventualità» solo perché non può mettersi a fare ipotetici conti, ma guardando al risultato venuto fuori dal primo turno nel novembre 2019 è chiaro che se anche andassero a votare tutti gli elettori iscritti in quelle 4 sezioni (circa 2200, il 3,5% degli aventi diritto) e se anche tutti votassero per Mascaro (che al primo turno aveva preso il 38,89%) ciò non basterebbe a garantire al sindaco sospeso la maggioranza assoluta, ovvero il 50%+1 dei voti validi. È questo che in sostanza ha decretato il prefetto del capoluogo, che infatti scrive testualmente: «Qualora, a seguito del rinnovamento delle operazioni elettorali di cui sopra (ovvero nelle 4 sezioni il cui scrutinio è stato annullato dal Tar, ndr) nessun candidato alla carica di sindaco riporti la maggioranza assoluta dei voti validi, si dovrà tenere il turno di ballottaggio». Specificando anche che in questo caso ad essere richiamato alle urne sarà «l’intero corpo elettorale».

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