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Riscossione, a Vibo i conti non tornano

La lotta all’evasione del Comune non produce i risultati sperati e mette a rischio la tenuta del Piano di riequilibrio

La sede del Comune di Vibo Valentia

La scarsa riscossione resta una palla al piede. Se si preferisce, il principale tallone d’Achille di palazzo “Luigi Razza”. Il versamento dei tributi da parte del cittadino resta ancorato a percentuali preoccupanti, per usare un eufemismo. Due le principali voci dalle quali il Comune dovrebbe ricavare più di quanto riesca ad ottenere, specie in una situazione finanziaria così sfavorevole: canone idrico e tassa sulla raccolta differenziata. L’incasso che, invece, si ottiene da acqua e rifiuti, non segnala – complice ovviamente anche la pandemia che in questa fase peggiora la situazione – quel cambio di passo che servirebbe e che l’amministrazione aveva auspicato al momento dell’approvazione del Piano di riequilibrio finanziario – per migliorare la qualità dei servizi. E magari risultare più credibile dinanzi a chi dovrà decidere se il Piano di riequilibrio stesso, sia sostenibile o meno. Ebbene, sono i numeri la cartina di tornasole di quanto sta accadendo negli ultimi mesi. Numeri che esemplificano difficoltà storiche purtroppo mai superate al di là di qualche graduale passo in avanti, segno che la buona volontà da parte di uffici e amministratori, in questo caso, pur in mezzo alla pandemia, non è mancata.

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