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Il coordinatore cittadino del Pd scrive a Letta: "Porre all'attenzione la questione Lamezia"

Il coordinatore cittadino del Pd di Lamezia, Franco Lucia prende carta e penna e scrive al segretario nazionale Enrico Letta: "Caro segretario - si legge nella nota - in occasione della tua graditissima visita nella nostra città, mi permetto di richiamare la Tua attenzione sulla terza città della Calabria, Lamezia Terme, una realtà fra le più importanti del Mezzogiorno che da tempo vive una situazione di vera e propria emergenza democratica. Lamezia Terme è stata oggetto di tre scioglimenti del civico consesso (l’ultimo nel 2017) per infiltrazione mafiosa che inequivocabilmente evidenzia un grave deficit di democrazia e di condizionamento del territorio, che si protrae da tempo e per cui si sono resi necessari gli interventi drastici da parte dello Stato. Come se ciò non bastasse, c’è da aggiungere che l’Azienda Sanitaria Provinciale è commissariata per infiltrazioni mafiose, decisione scaturita a seguito dell’operazione “Quinta Bolgia”, che ha messo a nudo un sistema di corruzione e di egemonia e controllo della criminalità organizzata anche all’interno dell’ospedale cittadino Giovanni Paolo II. Da questa, come da altre inchieste, è emerso come il controllo del territorio da parte della criminalità sia capillare e trovi linfa vitale e sponda determinante nelle sottovalutazioni se non nelle connivenze di settori della classe politica locale. Il quadro descritto disegna uno scenario drammatico per la tenuta democratica, ma è anche vero che la storia della città ha visto un centro-sinistra che quando ha amministrato si è fatto baluardo nella difesa delle istituzioni e unico avamposto agli attacchi dell’illegalità e del malaffare e certifica una storia fatta di esperienze significative e importanti che sono un patrimonio da rivendicare e dal quale ripartire".

"Riteniamo necessario ed essenziale impegnarci a portare avanti una battaglia di civiltà per la tenuta del tessuto democratico capace di coinvolgere tutti i lametini onesti, senza distinzioni partitiche o ideologiche. Il centrodestra, anche in queste elezioni regionali, come avvenuto nelle consultazioni elettorali per l’elezione del sindaco e del Consiglio Comunale, ripropone uno schema clientelare di acquisizione del consenso che, talvolta, rischia di sfociare nel voto di scambio, incurante dei guasti causati e si presenta all’elettorato con ingiustificata baldanza, se non, talvolta, con un atteggiamento quasi di irrisione per chi si occupa dei giovani e dei meno abbienti. Il gruppo dirigente del Pd lametino ha fatto della lotta all’illegalità, al malaffare, alla criminalità organizzata il tratto identitario della propria azione politica, partendo da un processo di rigenerazione, in forte sintonia con le Agorà democratiche fortemente da Te volute e, ha aperto quindi, una fase costituente incentrata sulla partecipazione attiva dei cittadini e dei militanti. Sul piano prettamente politico tale iniziativa, inoltre, è stata accompagnata dalla costituzione di un fronte unitario, anti sovranista, che va dal M5S a Nuova Era, da Italia Viva a settori importanti dell’area del cattolicesimo democratico, con i quali stiamo lavorando su una comune visione della Città incentrata su legalità, sviluppo, innovazione e passione civile. A livello regionale siamo fortemente impegnati a sostegno della candidatura di Amalia Bruni, nostra concittadina, una scienziata di fama internazionale, a cui Lamezia ha l’occasione di tributare un grande consenso. La sua candidatura rappresenta una straordinaria occasione, non solo per la Calabria ma anche per Lamezia, per fare uscire la nostra città dal cono d’ombra in cui, in questi anni, è stata relegata dal centrodestra. Siamo fermamente convinti che se si vuole cambiare davvero occorre che il 3 e il 4 ottobre non si disperda il voto, dando tutto il consenso possibile ad Amalia Bruni, che insieme a tutti noi e alla coalizione delle forze progressiste e di sinistra sarà in grado di scardinare l’attuale sistema di potere e sconfiggere anche chi come la Lega, soprattutto al sud, fa della lotta alla mafia una mera battaglia di facciata. Alla luce di queste considerazioni, è importante che il Partito Democratico Nazionale sostenga tale percorso facendo diventare la “Questione Lamezia” da problema territoriale a vicenda d’interesse nazionale".

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