Un altro giorno senza che ci sia alcuna chiarezza su tempi e modalità del ritorno in carica dell’amministrazione comunale. Chi pensava che allo scoccare della settimana dalla chiusura delle urne la situazione potesse sbloccarsi è rimasto deluso. Neanche ieri sono arrivati né segnali dalla Prefettura circa la possibilità o meno di ripetere il ballottaggio, né la proclamazione degli eletti da parte dell’Ufficio elettorale del Tribunale. La situazione, dopo la ripetizione del voto nelle 4 sezioni il cui scrutinio era stato annullato dal Tar, resta insomma congelata con il governo della città ancora appannaggio dei commissari prefettizi che guidano il Comune da metà dicembre dell’anno scorso. Il cortocircuito istituzionale tra Prefettura e Tribunale è nei fatti e si protrae. La competenza per la proclamazione spetta all’Ufficio elettorale del palazzo di giustizia che ieri, in mattinata, ha ricevuto dal Comune i verbali e tutti gli incartamenti del 2019. Le carte da mettere insieme e controllare non sono poche, visto che per le innumerevoli contestazioni che seguirono il voto di due anni fa, si arrivò alla proclamazione degli eletti quasi un mese dopo il primo turno.
Da parte sua la Prefettura, che nei mesi scorsi aveva indicato l’opzione di un nuovo ballottaggio, stavolta ha indetto solo il “mini” primo turno e sembra ferma su quest’ultima posizione. Dunque, se non interverranno altri colpi di scena, spetterà al Tribunale decidere se assegnare i seggi prendendo per buono – non essendo toccato dai ricorsi su cui si è pronunciato il Tar – il ballottaggio del 2019 o se distribuire gli scranni da consigliere comunale basandosi solo sul vecchio primo turno in 74 sezioni sommato a quello delle 4 rinnovate. In questo caso, però, salterebbe il premio di maggioranza che era stato assegnato alla coalizione vincente ed entrerebbero in consiglio, a scapito della coalizione vincente, altri esponenti dell’opposizione, tra cui probabilmente anche gli ex candidati a sindaco finora rimasti fuori che hanno presentato i ricorsi, ovvero Massimo Cristiano e Silvio Zizza.
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