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Comune di Vibo, introiti mancati e nuovo default. Ufficio tributi sotto i riflettori della GdF

Palazzo “Luigi Razza” alle prese con una crisi finanziaria che mette a rischio la qualità dei servizi. Sono tanti i nodi da sciogliere: organizzazione dell’ente, mancate riscossioni, rateizzazioni degli importi, esecuzioni coattive e approccio con le grandi utenze

Il secondo dissesto a palazzo “Luigi Razza” è ancora pendente, ma le cause del disastro economico-finanziario in cui naviga da anni il Comune non sono state mai rimosse, anche se ben individuabili. Il muro insormontabile per amministrazioni e assessori che negli ultimi anni si sono alternati alla guida della pubblica amministrazione riguarda l’incapacità di riscuotere i tributi.

Una falla – l’evasione oscilla complessivamente tra il 30 e il 40% – che ha fatto precipitare palazzo “Luigi Razza” nel baratro con un secondo default che a breve potrebbe abbattersi ancora una volta sulla testa degli amministratori e in particolare sui cittadini che vedranno aumentare ancora di più le tasse mentre i servizi non potranno che subire drastici ridimensionamenti. Conseguenze che purtroppo subiranno non solo gli evasori, che meriterebbero una stangata ben più pesante, ma anche quanti puntualmente rispettano le regole e pagano i tributi.

Una città dei paradossi, che da una parte predica legalità e rispetto delle regole e dall’altra non riesce a mettere in atto programmi in grado di elevare le condizioni di vita dei suoi cittadini attraverso politiche organiche di sviluppo e sostenibilità.

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