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Ato rifiuti di Vibo, approssimazione e veti politici

Non tutti i sindaci conoscono l’assetto del territorio sul quale dovrebbe sorgere l’impianto dell’ecodistretto

La realizzazione dell’eco-distretto che dovrebbe rendere autosufficiente il territorio provinciale continua a scuotere la politica tra interessi di parte, tentativi di isolamento, tante assenze che hanno il sapore di stranissime astensioni. L’ultima Assemblea dei sindaci, meglio nota come Ato, ha deciso di non fare retromarcia rispetto a quelle che erano state le precedenti determinazioni.
Dunque, si è deciso di ribadire il mandato ad Invitalia per indire la gara da 329mila euro finalizzata allo studio di fattibilità che dovrebbe dare il responso sulla possibilità di utilizzare il sito di Località Palombara. Una eventualità che, però, vedrebbe contraria l’attuale amministrazione comunale di Sant’Onofrio che marcia in direzione totalmente opposta rispetto al precedente esecutivo e che del “No alla discarica” continua a fare il proprio cavallo di battaglia. La questione, però, non è limitata solo ad un centro della provincia. È tutto il Vibonese ad essere interessato da un’operazione che stimola tantissimi interessi economici, occupazionali e non solo. D’altronde, l’autonomia nella gestione della raccolta differenziata significherebbe far risparmiare e non poco nei costi di smaltimento di indifferenziato e organico. Così, nella giornata di venerdì, al no convinto del sindaco di Sant’Onofrio, si è opposta la disponibilità del capo dell’esecutivo di Dinami Gregorio Ciccone a realizzare l’impianto sul proprio territorio, nonostante i comitati contro la “discarica”, siano da tempo agguerriti e pronti ad osteggiare l’operazione del primo cittadino. E gli altri? Intanto, bisogna rammentare che dei 50 comuni, all’Ato hanno preso parte meno della metà. E di questi 18 si sono espressi a favore del percorso già in itinere, 5 soltanto sono stati i contrari e uno l’astenuto.

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