Un viaggio tra passato e futuro, obiettivi centrati e “missioni” ancora da compiere. Non è un bilancio di fine anno quello del presidente della Provincia Salvatore Solano che, anzi, è nel futuro che si proietta. Perché se qualcuno gli ha chiesto di fare un passo indietro, lui rilancia. E sembra un messaggio «alla politica delle clientele» che «aveva trasformato la Provincia in un carrozzone» il suo. Ci crede, insomma, e traccia la rotta. Non dimenticando di ricordare quanto fatto. E da qui parte. «L’elenco – spiega Solano – sarebbe davvero molto lungo, lo dico senza falsa modestia. Mi limito a dire che già solo chi ha avuto o avrà modo di entrare in Provincia si potrà rendere conto delle differenze tra prima e dopo il mio insediamento. Il parcheggio era occupato da auto ferme da tempo, con spese per l’Ente, assenza di condizionatori e riscaldamenti negli uffici, una rete internet deficitaria ecc. Oggi la sede si presenta in maniera dignitosa, avendo risolto tutti i problemi esistenti. Sul piano amministrativo cito solo l’obiettivo più importante: l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, un risultato raggiunto dopo nove lunghi anni. Finalmente la macchina è stata rimessa su strada, ma questo non basta se non si continua a guidarla rispettando i crismi della buona amministrazione, per come è stato fatto sino ad oggi».
Nonostante questo la Provincia continua a essere percepita come un Ente incapace di dare risposte, secondo lei invece in cosa può fare la differenza per il territorio?
«I tempi della burocrazia, le difficoltà riscontrabili spesso nella macchina amministrativa, non consentono di colmare in breve tempo quel gap addebitabile, prevalentemente, a tanti anni di abbandono del territorio in cui l’Ente è stato visto solo come una centrale di clientele e di gestione del potere politico fine a sé stesso. Guardando in prospettiva, oggi, i progetti presentati nei Cis potrebbero realmente cambiare le sorti della Provincia, soprattutto nel settore economico e occupazionale. Non si tratta di singoli progetti ma di una visione unitaria e strutturata di sviluppo del territorio che speriamo possa essere finanziata e sostenuta da tutte le forze politiche».
Il sindaco di Vibo più volte, anche nell’ultimo Consiglio, ha attaccato la Provincia, addebitandole colpe e ritardi, come stanno le cose?
«I ritardi nelle Pubbliche amministrazioni sono spesso ricorrenti, e qualunque amministratore può sperimentarlo nel proprio Ente. In questo caso, tuttavia, nessun ritardo è imputabile alla Provincia per la questione dei fossi, o ad altre incompiute che la mia Amministrazione ha ereditato. Ci sono stati due fattori che hanno impedito di sbloccare quei lavori: il passaggio di competenze alla Regione, dopo la riforma Delrio, del demanio idrico; altre questioni non risolte con la Regione riguardanti il Rup. Questioni oggi risolte grazie al tavolo tecnico istituito dal Prefetto. Ci siamo dati dei tempi e li rispetteremo».
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