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Vibo, prove di... rigenerazione urbana

Il finanziamento di 20 milioni ottenuto nell’ambito del Pnrr segna la svolta e diventa un esame per gli amministratori

Gli ultimi saranno i primi. E, chissà, forse non si dovrà attendere neanche il Regno dei Cieli. Perché prima venne la Capitale del Libro e, poi, la Rigenerazione urbana. Ergo, nel capoluogo degli ultimi degli ultimi la chiamata sembra essere arrivata. L’ultima, certamente. E porta con sé 20 milioni di euro che sono stati destinati dal Ministero a progetti «volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale». E se l’ammontare del contributo – come si legge nel decreto – attribuito a ciascun Ente «è stato determinato a favore dei Comuni che presentano un valore più elevato dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale» così come per l’assegnazione del titolo di Capitale del Libro che favoriva territori con maggiore disagio sociale, ecco che Vibo può rinascere dalle sue ceneri, come l’Araba Fenice. Potrà farlo, senza più alibi, però. Perché se fino ad oggi opere, progetti e fondi sono arrivati senza lasciare traccia, ora i tempi dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono chiari, così come le regole: i lavori andranno aggiudicati entro il 30 giugno 2023, il 30% dei Sal andrà pagato entro il 31 dicembre 2024 e i lavori dovranno essere terminati entro il 31 marzo 2026. Insomma, non basterà essere stati bravi a presentare i progetti ma a quei progetti andrà data forma. Ergo, la parola chiave: programmazione.

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