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Emergenza idrica a Vibo, ancora disservizi. Chiesto un Consiglio straordinario

Riparata la condotta in diverse zone permangono disagi

La carenza idrica determinata da un guasto, ormai risistemato, alla condotta dell’Alaco, continua a mettere in ginocchio la comunità vibonese che ancora fa i conti con disservizi e con l’acqua che non è tornata a scorrere in tutti i quartieri. E il sindaco Maria Limardo, a seguito di una ricognizione del personale comunale addetto all’acquedotto, ha infatti constatato nella giornata di ieri che l’erogazione dell’acqua negli edifici scolastici non garantiva ancora uno standard qualitativo sufficiente alla riapertura degli istituti, con conseguenti criticità dal punto di vista igienico-sanitario e l’impossibilità di garantire l’applicazione dei protocolli di sicurezza igienica, specie con l’imperversare della pandemia da Covid 19. Di conseguenza, il capo dell’esecutivo ha deciso rispetto a quanto si ipotizzava ieri di lasciare chiuse le scuole solo per ulteriori due giorni, ovvero, oggi e domani. Nel frattempo, la Giunta, con un proprio atto, ha già deliberato l’avvio di un’azione di risarcimento danni nei condotti della società e ha diffidato la Sorical al controllo puntuale della rete di adduzione valutando la possibilità di corrispondere una indennità agli utenti in regola con i pagamenti e di conferire incarico per la mappatura dei pozzi e delle sorgenti presenti nel territorio. Nelle ultime ore, a muoversi sono stati alcuni consiglieri comunali. Azzurra Arena, Pietro Comito, Elisa Fatelli, Katia Franzè, Stefano Luciano, Loredana Pilegi, Laura Pugliese, Lorenza Scrugli, Giuseppe Russo e Stefano Soriano hanno richiesto un Consiglio comunale straordinario per affrontare il problema, con l’intento di deliberare diversi atti di indirizzo politico: nei confronti della Sorical perché predisponga un piano di gestione che garantisca l’approvvigionamento costante e capillare; del presidente della Regione affinché assuma in via formale l’impegno a definire un progetto di riqualificazione e riorganizzazione dell’intero ciclo idrico integrato regionale; dei consiglieri regionali del territorio e del sindaco perché riattivi o costruisca nuovi pozzi.

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