Sterilizzati i personalismi con una nota stampa che potrebbe aver praticamente “blindato” la coalizione, il centrodestra prova adesso a ragionare d’insieme. L’ascia di guerra sarebbe stata seppellita, al suo posto pare sia stato acceso il calumet della pace: via i veti incrociati, via i tentativi di fuga e i ragionamenti “fuori dal perimetro”, sul tavolo rimangono i nomi che vengono valutati uno per uno.
Ma innanzitutto c’è da registrare un certo avvicinamento tra Giuseppe Mangialavori, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, con Antonello Talerico, primo dei non eletti a Palazzo Campanella proprio nelle fila dei berlusconiani. Il loro rapporto, incrinato dai ricorsi di Talerico contro l’elezione dei consiglieri regionali Michele Comito e Valeria Fedele, pare si stia ricucendo: in settimana (forse già oggi) potrebbero arrivare novità di rilievo proprio sui ricorsi. Una circostanza potrebbe cambiare i rapporti di forza in seno alla coalizione stessa e quindi il buonsenso consiglia a tutti di appianare le divergenze ed evitare scontri sanguinosi.
L’obiettivo comune appare infatti essere quello dell’unità più ampia possibile sotto il segno della parola “discontinuità” che, portata da Domenico Tallini al tavolo della coalizione, ora è diventata praticamente il mantra del centrodestra.
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