Maria Grazia Milone, delegata del Comune in Sacal, relaziona in consiglio comunale. Un momento molto atteso dall’assemblea, dalle forze sindacali, da tutta la città. A conclusione del suo intervento, di ieri in aula, si apre il dibattito ma Milone riferisce di essere attesa proprio nel Cda della Sacal e lascia la sala consiliare di via Perugini.
Il comportamento della Milone accende gli animi e la minoranza si ritrova subito compatta nel presentare una mozione di sfiducia in suo sfavore considerato che «il Comune di Lamezia in soli pochi mesi ha ceduto quasi l’8 per cento delle quote societarie in suo possesso passando dal 19,21 all’11,21 per cento perdendo di fatto la maggioranza relativa nonché l’investimento effettuato negli anni scorsi attraverso la ricapitalizzazione. E, inoltre, rilevata l’irregolarità con la quale si è proceduto alla cessione delle quote così come evidenziato dall’Enac. E, infine, perchè ritenuta approssimativa la gestione della rappresentante dell’ente comunale».
La mozione, passata ai voti a fine assemblea è stata bocciata grazie al fronte compatto dalla maggioranza che l’ha ritenuta «irricevibile e inammissibile sul piano tecnico e giuridico». L’opposizione, con fermezza e decisione, ha ammesso la non perfezione sul piano tecnico della mozione «da considerare, tuttavia, un atto politico vista la non competenza e la scarsa autorevolezza dimostrata dalla Milone nel ruolo di rappresentante dell’ente nel cda Sacal».
Rimarcata, inoltre, «la scorrettezza di aver lasciato anzitempo l’assemblea ed essersi sottratta all’interlocuzione con i componenti del civico consesso”» La discussione sulla Sacal è durata diverse ore con i tanti interventi della minoranza contro il sindaco e l’amministrazione. Tra questi l’affondo di Rosario Piccioni, Lamezia Bene comune, che ha ripercorso la storia della Sacal dallo scandalo Eumenidi in poi.
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