Lievitano in maniera significativa, si potrebbe dire, con certezza a questo punto aritmetica, che schizzano e quasi raddoppiano i costi del Consiglio comunale. Gli eletti di palazzo “Luigi Razza”, a fronte di una cifra che, prima degli aumenti stabiliti per legge, ammontava a circa 25mila euro mensili, sono arrivati a percepire per il mese di marzo addirittura 42.680 euro. Insomma, numeri quasi raddoppiati che portano il costo del Consiglio comunale, prima contenuto intorno ai 300mila euro annui, a circa 450mila euro, considerati i periodi di pausa.
D’altronde, con le commissioni online, i “lavoratori” a distanza di palazzo “Luigi Razza” non si lasciano scappare più praticamente nulla. Sono questi gli effetti, tanto più pesanti e gravosi sulla pelle dei cittadini di un Ente in dissesto, della nuova legge di bilancio 2021 che ha previsto che «le indennità di funzione vengano ad essere rideterminate per il 2022 al lordo dei contributi e delle ritenute erariali previste per legge». Per l’esattezza, considerando che l’indennità del consigliere può arrivare ad essere un quarto di quella del sindaco si possono raggiungere i 1598 euro lordi, circa 1300 netti, anche se le posizioni vanno valutate singolarmente. Niente male, specie se poi nelle commissioni non si produce nulla o quasi, limitandosi – salvo alcuni eletti molto attivi, una minoranza – a scaldare la sedia e fare “caciara” all’occorrenza.
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