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Parco delle Serre, su due pretendenti pesa la “scure” della Corte dei conti

Alla poltrona di presidente aspirano in cinque

Almeno stando alle ultime uscite pubbliche, sembra confermata la volontà dei decisori politici di andare oltre il commissariamento del Parco delle Serre e di dare all’ente di tutela ambientale, dopo più di un decennio, una guida stabile. Andando però oltre le dichiarazioni ufficiali pare ci sia qualche ostacolo, sia politico che procedurale, non facile da superare per alcuni dei pretendenti in campo.
Uno di questi è proprio Alfonso Grillo, esponente di Forza Italia che la Giunta Occhiuto ha recentemente nominato commissario del Parco. La nomina è avvenuta nelle more dell’indicazione di un presidente, che però non spetta al vertice della Cittadella bensì a quello del Consiglio regionale. Lo stesso numero uno di palazzo Campanella, il leghista Filippo Mancuso, pare non abbia intenzione di rinunciare alla prerogativa che la legge regionale sulle aree protette gli assegna.
Lo ha confermato di recente una sua “collega” di partito, Melania Carvelli, presidente dell’organismo in cui sono rappresentati i sindaci, la Comunità del Parco, che ha inviato alla Presidenza del Consiglio regionale la rosa di cinque candidati votata dagli amministratori locali.
I nomi sono noti: si tratta dello stesso Grillo (che ha avuto 21 voti dai sindaci), di Giuseppe Iervasi (16), Giuseppe Pellegrino (14), Giuseppe Macrì (13) e Gregorio Paglianiti (8). Tra questi Mancuso dovrà pescare per nominare il prossimo presidente dell’Ente naturalistico.

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