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Referendum, Calderoli a Vibo: “La giustizia può e deve essere riformata e lo farà il popolo”

Il senatore della Lega e vice presidente del Senato ha invitato al voto in vista dell'appuntamento di domenica 12 giugno

Roberto Calderoli

“Dicono che la percentuale di chi voterà per i referendum è al trenta per cento, allora io vi dico: adottate un elettore. Portate con voi a votare chi conoscete e così raggiungeremo il quorum”. Così il senatore Roberto Calderoli, esponente di lungo corso della Lega e vice presidente del Senato, ha invitato al voto in vista del voto referendario di domenica 12 giugno. Lo ha fatto durante un incontro a Vibo Valentia voluto e organizzato dal senatore Fausto De Angelis, nella sede della Lega nel cuore della città e in una sala gremita, che aveva per tema proprio i cinque quesiti referendari sui quali i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi e apparso all'uditorio molto provato dallo sciopero della fame che ha intrapreso da tempo perché, a suo parere, le reti televisive pubbliche e i grandi giornali hanno dedicato poco spazio ai referendum.

“Molti italiani a pochi giorni dal voto non sanno neanche che ci saranno – ha aggiunto Calderoli –. Questo è grave, perché si tratta del più importante strumento di democrazia diretta voluto dai Costituenti, quello che dà voce al popolo su argomenti importanti come quello della Giustizia. Qualcuno si è domandato perché queste riforme non le fa il Parlamento – ha continuato il senatore leghista –. Io rispondo che non è in grado di farle perché pochi politici hanno il coraggio di mettersi contro la magistratura che ha esponenti ovunque, quali consulenti, ed è quindi quasi impossibile che si possa legiferare in tal senso. I cittadini possono farlo, cambiare la giustizia in Italia significa porre un freno allo strapotere dei giudici. Ecco perché invitiamo tutti ad andare a votare ed esprimere cinque sì”.

Entrando nel merito dei singoli quesiti, Calderoli ha sottolineato che l'obiettivo è “di arrivare a che i magistrati diventino veramente indipendenti e preparati, che progrediscano nella carriera quelli bravi indipendentemente dalla appartenenza a una corrente o a un partito. E' necessario, pertanto, che il giudizio di professionalità espresso nei loro confronti anche attraverso il voto degli avvocati e dei professori di diritto – ha aggiunto ancora Calderoli - e a fronte di una giusta valutazione ci sarà la collocazione dei magistrati migliori sul territorio. Puntiamo, inoltre, a separare le funzioni del giudice da quelle del procuratore, perché troppo spesso pm e giudice hanno la stessa casacca. Il giusto processo deve avere l'accusa e la difesa sullo stesso piano e un giudice terzo che finalmente dà il giudizio, per questo occorre arrivare alla separazione delle carriere”.

Nel corso della conferenza stampa di Vibo Valentia, Roberto Calderoli ha ricordato la lentezza dei processi soprattutto al Sud, sottolineando come quello della giustizia non sia un tema che appartiene soltanto alla Lega o ai Radicali. “In Italia ogni anno ci sono sei milioni di procedimenti pendenti, cosa che interessa oltre il 20% della popolazione italiana. E per chiudere un processo spesso ci vogliono tantissimi anni. La giustizia pertanto è un tema che riguarda tutti e l'interesse di tutti è andare a votare il 12 giugno. Questa volta a cambiare la giustizia sarà il popolo italiano".

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