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Se il trasversalismo diventa regola Catanzaro si conferma un unicum

Il capoluogo le sue contraddizioni

Giù il sipario sul primo turno delle elezioni comunali a Catanzaro. Intanto, una certezza: comunque vada a finire il ballottaggio in programma il prossimo 26 giugno, il capoluogo della Calabria avrà un sindaco di area dem. Valerio Donato e Nicola Fiorita provengono da quel mondo e a Palazzo De Nobili ci arriveranno presumibilmente con il sostegno… della destra. Succede questo in una città dove tutto si tiene, all’interno della quale i sociologi più esperti troverebbero materiale utile a illustrare le loro tesi di scuola sul trasversalismo.
Già, perché se proprio volessimo trovare un elemento di continuità tra il ventennio targato Abramo e il “nuovo” che avanza, questo non potrebbe che essere rappresentato da legami a prima vista “innaturali”. Come spiegare altrimenti la convivenza in un’alleanza di pezzi dell’associazionismo di sinistra e di personalità con esperienze di primo piano all’interno di forze di destra estrema come Forza Nuova? Roba da romanzo pirandelliano eppure ancora attuale sulla città dei Tre colli, dove al netto degli esperimenti politici, quartieri interi lottano ancora per vedere sgorgare acqua potabile dai loro rubinetti ogni giorno.
La verità è che il “kamasutra” politico delle ultime settimane ha prodotto un’ulteriore disaffezione dei cittadini verso le istituzioni. I dati (bassi) sull’affluenza fanno segnare un record negativo e suonano da monito verso partiti e movimenti civici. Perdono tutti su questo versante, compreso chi in queste ore rivendica il successo ottenuto. Tra undici giorni esatti, con ogni probabilità, una minoranza di Catanzaro eleggerà il nuovo sindaco.
Donato e Fiorita, con un solido pedigree progressista alle spalle, dovranno lavorare non poco per allargare la base del loro consenso e saranno (loro malgrado?) giocoforza “costretti” a chiedere soccorso alle forze di destra. Che, va detto, se fossero rimaste unite oltre che capaci di favorire un ricambio della propria classe dirigente, avrebbero vinto a mani basse la partita già al primo turno.
E se Donato non fa mistero di puntare al consenso di tutti - ergo, anche a quello di Fratelli d’Italia (significativo, a proposito, il risultato ottenuto in solitaria da Wanda Ferro) dopo quello incassato ufficialmente nei mesi scorsi da Lega e Forza Italia - ora si tratta di capire come si muoverà Fiorita che guadagna il secondo turno grazie alle buone performance delle civiche di sua diretta emanazione. Il docente dell'Unical scenderà a patti con il centrodestra di Antonello Talerico e Mimmo Tallini (uno dei principali protagonisti della politica dell’ultimo quarto di secolo) dopo che il “campo largo” immaginato da Letta e Conte si è rivelato, nella realtà dei fatti, molto più “stretto” - tanto da non assicurargli la maggioranza in Consiglio - anche in caso di successo al ballottaggio? Si profilano giorni di tensioni e aspre polemiche. In ogni caso, non ci sarà da stupirsi di fronte a nuovi contorsionismi. Nella città dei “vasi comunicanti”, gli accordi sotto banco sono (quasi) una regola.

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