"No ai diktat politici. Le eventuali, annunciate dimissioni del neo sindaco Nicola Fiorita, se il consiglio comunale non scegliesse come presidente un suo candidato, esulano da ogni categoria politica e istituzionale. E riflettono un tentativo di condizionamento delle prerogative tipiche dei consigli comunali, tra cui si ravvisa quella, fondamentale, di controllo e vigilanza sulle attività della giunta". Lo affermano i cinque consiglieri comunali di Alleanza per Catanzaro e Prima l'Italia, rincarando la dose: "Tra l'altro, un esponente dell'opposizione alla presidenza dell'aula è non solo in linea con l'equilibrio democratico dei poteri, ma anche una condizione espressamente sancita dall'elettorato, che ha assegnato all'aggregazione contrapposta a quella del primo cittadino, la maggioranza dei voti e dei consiglieri comunali.
L'anatra zoppa può non piacere, ma è un fatto ineludibile e ostinato con cui bisogna fare i conti. Piuttosto, il sindaco lasci perdere le confusionarie analisi di chi si erge ad arbitro di vittorie e sconfitte (pur collezionando insuccessi personali) e a sventolare la bandiera del cambiamento, nonostante sia stato un esponente
di terza fila della politica cittadina ai tempi della prima repubblica, e inizi a fare il sindaco. Incominciando ad andare oltre annunci, promesse e propaganda. E intervenendo, con atti e provvedimenti puntuali e concreti, per risolvere i tanti problemi della città. Al consiglio comunale non si rivolga per impedirne la libera autodeterminazione, specie nelle sue scelte costitutive, ma, e al più presto, per partecipargli la panificazione degli interventi finalizzati a riorganizzare la macchina amministrativa e a ridare slancio e prospettive di sviluppo alla città. Magari anche per riferire quali provvedimenti ha in serbo per rispondere all'esigenza, anche da lui più volte segnalata in campagna elettorale, di mettere in sicurezza la stagione estiva. Alla luce del sole e con lealtà, anzitutto verso la città, ognuno di noi, pur dinanzi ad uno scenario istituzionale che vede il sindaco privo di maggioranza, svolgerà la propria parte, per agevolare soluzioni pragmatiche ai problemi e tutte quelle iniziative utili alla comunità. Evitando però sotterfugi, accordi eticamente deplorevoli e soprattutto respingendo imposizioni su questioni rigorosamente di competenza del consiglio comunale".
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