Le entrate diventano una voce essenziale del bilancio di Palazzo De Nobili. Lo sono da sempre, certo, ma tra spesa energetica e trasferimenti statali in caduta libera, lo diventano ancora di più. È emerso a più riprese nei Consigli comunali durante i quali si è toccata con mano la necessità di stimolare i flussi in entrata, dai tributi agli introiti dei beni del patrimonio dell’ente.
Il primo aspetto, quello tributario, emerge anche dalla relazione che l’organo di revisione ha fatto a marzo al bilancio di previsione 2022-2024, nella parte in cui considera il recupero di evasione tributaria. Viene infatti ribadita «la necessità di potenziare il settore delle Entrate e in particolare quelle da recupero dell’evasione tributaria e dei proventi da sanzioni per violazioni al Codice della strada, nonché di monitorare la dinamica delle riscossioni dei tributi propri e delle entrate extratributarie».
Si inserisce così il discorso delle entrate relative al Patrimonio, la cui consistenza non sarebbe suffragata da pari introiti. Ed è una criticità pesante, emersa in un Consiglio comunale di ottobre nel corso del quale il consigliere Jonny Corsi ha sostenuto che «ci sono soggetti che gestiscono beni comunali e non pagano canoni da anni, senza controlli né verifiche». E non si parla di bruscolini ma di milioni di euro che Palazzo De Nobili non sarebbe riuscito a incamerare.
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