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La crisi del Pd. In ottanta si autosospendono dal partito a Chiaravalle Centrale

"Siamo iscritti, militanti e simpatizzanti del partito democratico di Chiaravalle Centrale. Chiaravalle è un importante centro dell’Area Centrale della Calabria. Qui da sempre è presente una radicata tradizione politica progressista e di sinistra, fatta di militanza e di partecipazione, di battaglie vere di riscatto e di emancipazione.

In data odierna, 08 Novembre 2022, ci siamo riuniti in assemblea. L’obbiettivo quello di discutere e decidere sulla grave crisi in cui versa il partito democratico. Abbiamo ragionato insieme su idee e soluzioni per l’avvio non più rinviabile di una fase costituente e di rifondazione del partito, che stravolga completamente il suo modo d’essere a partire dai suoi gruppi dirigenti regionali e nazionali".

E' quanto affermano in un documento ottanta autosospesi dal Pd di Chiaravalle.

"Noi vogliamo un partito che riparta dal basso, dalla sua rappresentanza sociale, cioè dal mondo del lavoro e dalla povera gente. Dagli ultimi e dai penultimi, dai soggetti sociali che ancora una volta sono i destinatari di una questione sociale bruciante che lascia soli e rabbiosi moltitudini in preda ad una destra populista e sfascista, capace di sollecitare gli istinti più bassi. Noi vogliamo un partito che metta al bando le correnti di potere organizzate che hanno portato l’organizzazione negli anni allo strangolamento.

Noi vogliamo un partito umile e della gente semplice, un’organizzazione di popolo che sta nelle periferie delle città e dei centri urbani piuttosto che nelle zone ricche residenziali e nelle ZTL. Vogliamo un partito che la faccia finita per sempre con l’autoreferenzialità e con l’accaparramento di posizioni istituzionali nazionali e regionali fine a sé stesse, personali e di gruppo. Noi vogliamo un partito che viva non solo nel palazzo ma tra la gente e per la gente. Noi vogliamo un partito che stia dalla parte giusta del paese, che sia meridionalista e progressista, contrario alla radice a qualsiasi Autonomia differenziata tra regioni, che porterebbe definitivamente ad una rottura istituzionale nazionale, tra il Nord ed il Sud del paese, in termini di diritti fondamentali alla Salute, alla Scuola e all’Istruzione. Noi vogliamo un Partito diverso da come lo abbiamo fin qui conosciuto, un partito nuovo, da rifondare non solo nella forma ma come scritto sopra soprattutto nei contenuti.

Fintantoché, tale processo costituente e di rifondazione non avrà preso forma e sostanza nel paese e tra la nostra gente di Calabria, 0ttanta iscritti e altrettanti militanti e simpatizzanti hanno deciso di autosospendersi, perché ritengono che, in seguito alla rovinosa sconfitta alle elezioni del 25 Settembre e alle successive determinazioni assunte dalla Direzione Nazionale, la strada fin qui intrapresa sia stata del tutto insufficiente e inadeguata per affrontare le tanti questioni aperte e presenti nella attuale fase storica.

Beninteso, la nostra non è una sospensione a tempo indeterminato né una sospensione nella quale chi legge può pensare di cogliere un segnale di disimpegno. Al contrario. La Nostra determinazione fin dai prossimi giorni e dalle prossime settimane, sarà quella di stare nel “gorgo più grande”, in movimento, tra soggetti politici, movimenti, associazioni, singole personalità al fine di tessere rapporti e riannodare fili di comunicazione rivolti a tutto ciò che si muove nell’opposizione politica e sociale contraria a questa destra al governo.

Pensiamo sia arrivato il momento della organizzazione e della mobilitazione. L’invito pressante che qui rivolgiamo al Pd è di fare presto e di fare bene, di pensare di più al paese e meno alla sua ingessata nomenklatura nazionale e regionale, in mancanza del quale in tempi brevi prenderemo atto che non esistono più i presupposti per continuare la nostra militanza.

Di proposito, in questo documento non abbiamo voluto fare riferimento alle inutili propaggini territoriali, sia provinciali che locali, in quanto li riteniamo ancillari ed eterodirette dai pochi nominati e superstiti deputati nazionali e consiglieri regionali".

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