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Bonaccini in Calabria ai dem: "Voglio un partito più popolare"

«Oggi siamo qui in Calabria, ho fatto due puntate al Nord ma è giusto perché la questione meridionale dev'essere una questione nazionale, non solo legata al Sud». Lo ha affermato il presidente della Regione Emila Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, incontrando a Lamezia Terme iscritti e dirigenti del Pd calabrese in vista del congresso nazionale. «Ho fatto quasi sei anni il presidente della Conferenza delle Regioni e - ha aggiunto Bonaccini - conosco bene questa parte del Paese che merita però di essere accompagnata non in termini assistenzialisti ma con politiche per sviluppo e industriali che garantiscano qualità nei servizi, lavoro. Io sono molto curioso anche di ascoltare, perché serve molto questo, è soprattutto dire agli amministratori locali, a chi sta nei territori, che serve un Pd che sia molto più attento ai territori, un partito visto troppo romanocentrico. Vale anche in questa terra perchè alle elezioni politiche o europee non ce la fa a prevalere ma poi nei Comuni e nei territori riesce anche a vincere quando il vento sembrerebbe contrario. E noi - ha sostenuto il candidato alla segreteria del Pd - dobbiamo togliere dalla panchina e mettere in campo tanti bravissimi amministratori, dirigenti che meritano di avere anche una ribalta nazionale. Voglio un partito più popolare, che stia di più in mezzo alle persone, come ho sempre fatto io».

Autonomia: "Serve una legge quadro"

«L'abbiamo detto a Calderoli: serve una legge quadro discussa in Parlamento» ha poi aggiunto Stefano Bonaccini con riferimento al tema dell’autonomia differenziata. «Intanto - ha esordito Bonaccini - il Pd nazionale, grazie al lavoro che abbiamo fatto nelle scorse settimane, è uscito 20 giorni fa con una proposta unitaria a nome anche di tutti i presidenti di Regione di centrosinistra, me compreso ma soprattutto compresi due presidenti del Sud autorevoli come Emiliano e De Luca. In Conferenza delle Regioni abbiamo chiesto, ho chiesto al ministro Calderoli di ritirare quella bozza, legittimo presentarla ma non era stata condivisa. E mi ricordo che alla fine del mio intervento è venuto a farmi i complimenti anche il presidente Occhiuto, che non mi pare un presidente del Nord né espressione del centrosinistra. L’autonomia differenziata - ha aggiunto il governatore dell’Emilia Romagna - si può fare, come prevede la Costituzione, solo a certe condizioni. La prima è che non spacchi il Paese, e per non spaccare il Paese intanto bisogna togliere dal campo questa discussione sui residui fiscali che richiama più la secessione che l’autonomia differenziata, dunque non se ne parli più. La proposta che io ho presentato alcuni fa nella mia Regione prevedeva nessun euro in più per le Regioni del Nord, anzi io dissi 'dateme uno in menò perchè per noi l’autonomia differenziata aveva due obiettivi: il primo non erano le risorse ma la programmazione degli interventi e degli investimenti, in un Paese in cui non si riesce a programmare perchè non si ha certezza delle risorse che arriveranno da un anno all’altro, il secondo è la semplificazione».

Scuola e sanità: cosa c'è da rivedere

Secondo Bonaccini «l'altra cosa che va eliminata è il tema di materie divisive come la scuola e la sanità. Ma voi lo vedete un Paese che ha venti pubbliche istruzioni o venti scuole diverse? A me non interessa che un insegnante sia nato a Bolzano, Bologna, Roma, Palermo o Cosenza, a me interessa che sappia fare bene il proprio mestiere. Così come bisogna garantire i livelli essenziali di prestazioni. Questo è il quinto governo con cui discutiamo di queste cose, non è roba di ieri mattina. Io con tre governi diversi ho detto le stesse cose che sto dicendo adesso, e cioè il fatto che i livelli essenziali di prestazioni andrebbero fissati prima, affinché le Regioni sappiano cosa spetta loro, che chiedano o non chiedano l’autonomia, cosa mai stata fatta in questo Paese. E soprattutto - ha proseguito il presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Pd - che venga portata in Parlamento la discussione. L’abbiamo detto a Calderoli: serve una legge quadro discussa in Parlamento, anche perché forse qualche mio collega non l’ha capito che se anche ti metti d’accordo come Regione e con il governo per avere l’autonomia differenziata la legge dice che poi dev'essere approvata nei due rami del Parlamento con la maggioranza qualificata. E questo significa che te la devono votare la gran parte dei parlamentari che non sono eletti della Regione che chiede l’autonomia. Quindi c'è anche una banale convenienza per chi la volesse chiedere. Però stiamo facendo un lavoro insieme: se accetteranno queste condizioni bene, se ne discuterà, altrimenti - ha concluso Bonaccini - non ce la faranno a concederla perché anche le Regioni del centrodestra dalla Toscana in giù non sarebbero d’accordo».

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