Spaventa il debito che Sorical contesta a Congesi. Un debito milionario destinato se i decreti di Arrical dovessero essere confermati a pesare sulle casse degli enti locali crotonesi che fanno parte del Consorzio di gestione del servizio idrico. Ma fanno paura anche i costi del servizio che sarebbero in capo agli enti locali. Anche per questo i Comuni del Crotonese fanno muro contro la riorganizzazione del servizio idrico in Calabria da parte dell’Arrical. Dodici dei 14 enti locali che fanno parte di Congesi, si sono come è noto rivolti al Tar di Catanzaro per chiedere l’annullamento, previa sospensione, dei decreti – n. 60 del 30 dicembre 2022 e n.1 del 20 gennaio scorso – coi quali l’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria ha disposto il cronoprogramma per il subentro della Sorical, società che fa capo alla Regione, nella gestione della fornitura idrica su scala regionale.
Contestualmente, i Municipi hanno sollevato l’eccezione di costituzionalità della legge regionale n. 10 del 20 aprile 2022 che ha istituito l’Arrical, in quanto violerebbe gli articoli 117, 118 e 119 della Carta fondamentale. Sotto accusa è quindi finito l’ingresso del gestore unico del servizio idrico integrato, ovvero la Società risorse idriche calabresi, «nella riscossione della tariffa» al posto dei Comuni. I quali, invece, saranno chiamati ad occuparsi dell’«intero servizio idrico integrato affrontandone tutti i costi e le annesse responsabilità», si legge nel ricorso proposto dalle amministrazioni cittadine di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro, San Marchesato, Mesoraca, Santa Severina, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Nicola dell’Alto, Strongoli e Cotronei.
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