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Gestione rifiuti, l’(ex) Ato vibonese si ritrova senza discarica e con 42 milioni in meno

Strada in salita per i centri della provincia che devono fare i conti con i costi che lievitano

La gestione dei rifiuti nel Vibonese non è mai stata cosa semplice. Non nella città capoluogo che si appresta a predisporre un nuovo appalto, e tantomeno negli altri territori. E la strada è inevitabilmente tutta in salita quando si parla di gestione comune e di impianti. In primo luogo perché i 42 milioni di euro destinati all’eco-distretto di Sant’Onofrio sono stati revocati. L’opposizione dell’allora primo cittadino Antonino Pezzo, decaduto da qualche settimana, si è rivelata sostanzialmente decisiva per allungare i tempi. E quando si era ormai in procinto di realizzare lo studio di fattibilità il finanziamento è stato revocato. Peraltro, a quel punto, non sarebbe stato utile a nessuno forzare la mano. Per un motivo molto semplice: dal primo gennaio 2023 alle singole Ato è subentrata l’Arrical che ha dovuto prendere in mano la situazione.
Una soluzione alternativa, in considerazione delle ultime mosse effettuate dall’Ambito territoriale ottimale, tuttavia, vi sarebbe. E porterebbe dritto sulla via della “lontana” Dinami, il cui primo cittadino ha dato la propria disponibilità alla realizzazione del sito e pare che abbia già effettuato lo studio di fattibilità, d’accordo con la Regione. In quel centro, però, non sarà reinvestita l’intera somma (ovvero i 42 milioni di euro), ma circa la metà della cifra. In buona sostanza, si tenterà di realizzare un impianto di compostaggio e di trattamento organico ed uno per il trattamento degli ingombranti.

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