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Scontro a Vibo sul Consorzio “Costa degli dei”. E la democrazia «scivola» sulle nomine

Affondo di Pd e Azione dopo l’ultimo Consiglio comunale in cui è stato votato Policaro

Consorzio che viene, polemica che torna. Perché ci sono nomine in... progress e così lo scontro non si è fatto attendere neanche a palazzo “Luigi Razza”. In agenda il Consorzio Costa degli dei. La nave per salpare verso lo sviluppo o l’ennesimo carrozzone? Questo non è dato saperlo. Ma la certezza è che negli Enti la corsa alle nomine è partita. E quanto accaduto in Consiglio lunedì – con la nomina di Policaro sostenuto dalla maggioranza a scapito della Franzé (opposizione), ha lasciato il segno. Opposizione divisa, insomma.

E a tracciare la linea sono i consiglieri di Pd e Azione Stefano Soriano e Stefano Luciano, insieme ai rappresentanti dei rispettivi partiti, Francesco Colelli e Claudia Gioia. «Ancora una volta – vanno al dunque – la maggioranza di destra in Aula altera il normale sistema democratico che prevede la designazione di un membro alla minoranza nei ruoli di rappresentanza». Ricordano il precedente con la nomina del vicepresidente dell’assise «allorquando il consigliere Policaro si prestò, per essere eletto, ai soliti giochi sottobanco intrisi di trasformismo per essere votato dalla maggioranza ad una carica che spettava alla minoranza». E così la storia si... ripete. È accaduto nell’ultima seduta per la nomina nel Consorzio e il protagonista – incalzano – è sempre lo stesso «Policaro che da tempo dichiara a parole la sua appartenenza al perimetro dell'opposizione ma ha accettato di essere votato dalla maggioranza politica di destra ad una carica che spettava alla minoranza». Consigliere che, aggiungono, «continua tranquillamente a sedere tra i banchi della minoranza insieme al secondo componente del gruppo Vibo Democratica, invece di togliere definitivamente la maschera schierandosi apertamente con il Sindaco la cui maggioranza evidentemente ha bisogno di questi giochi che fanno male alla democrazia per tenersi a galla». Inoltre – chiosano Pd e Azione – «attraverso queste azioni individuali si continua a minare la credibilità delle istituzioni e della politica».

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