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Catanzaro, il concorso della Regione a Rende: la politica si ribella (ma in ritardo)

Le prove della selezione per assumere 113 funzionari di categoria D

A Catanzaro, sebbene appaiano ormai tardive, non si placano le polemiche per la decisione della Regione - anticipata da questo giornale qualche giorno fa - di far svolgere le prove del concorso regionale per 113 funzionari cat. D a Rende e non nel capoluogo. Dopo l’uscita pubblica del consigliere comunale Antonio Corsi, nella giornata di ieri hanno ripreso il tema altri tre suoi colleghi. Per la maggioranza, Tommaso Serraino che, puntando il dito contro l’assessore regionale competente Filippo Pietropaolo, ha detto: «Il danno materiale per il Capoluogo è evidente, ma ancora più evidente è il messaggio negativo che viene dato e cioè che le grandi funzioni regionali vengono spostate verso l’area metropolitana di Cosenza-Rende».

A fargli eco, Vincenzo Capellupo che, nel giudicare insufficienti per la città le misure regionali sull’istituzione dell’azienda unica “Dulbecco” e per i lavori al “Ceravolo”, ha aggiunto: «Non si può che essere d'accordo con la riflessione generale che ne scaturisce sul ruolo costantemente svilito e mortificato del capoluogo di Regione. Questo è l'ultimo di una lunga serie di episodi che confermano la scarsa attenzione che i vertici regionali nutrono verso Catanzaro quando si tratta di assumere delle scelte non solo di tipo logistico e organizzativo, come nel caso dei concorsi, ma anche di natura puramente politica».

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