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Catanzaro, stop agli ecomostri. Ma ora la nuova legge

Il Consiglio comunale frena il rilascio dei permessi di costruzione in zone da salvaguardare e sprona la Regione

Più che di rigenerazione, a breve si sarebbe finito per parlare di “degenerazione urbana”. Questa è l’entità del pericolo sventato nell’ultima seduta del Consiglio comunale che ha deciso, con un’ampia convergenza trasversale, di ritirare la proposta di delibera in materia di rigenerazione urbana e territoriale fondata sulla scorta della legge 25 del 2022, bocciata dalla Corte costituzionale perché ricalcata sul Piano casa e con premialità “sovrabbondanti” rispetto all’esigenza di salvaguardare il territorio.
«Altro che rigenerazione», è stato il senso del passo compiuto dall’Aula che ha lanciato un messaggio molto chiaro in prima battuta alla Cittadella e al Consiglio regionale ma anche agli eventuali palazzinari potenzialmente pronti a mettere le mani su importanti fette di territorio; tanto per fare un esempio - viene ricostruito da fonti di Palazzo De Nobili in una conversazione con la Gazzetta del Sud - il via libera alla pratica avrebbe potuto consentire «la trasformazione di capannoni in palazzi alti venti piani da 200 mq per piano». Questo perché la legge regionale 25 era stata sì ricalcata sul modello dell’Emilia Romagna ma con l’aggiunta di un “cavallo di Troia”: gli articoli 5 e 6 che in alcuni casi consentivano la demolizione e ricostruzione con un aumento del 50% (anziché il vecchio 30%) della volumetria.

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