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Piano di riequilibrio al Comune di Vibo: si fa il bis

L’Amministrazione riparte daccapo dopo la sentenza della Corte dei Conti e la bocciatura dello strumento

Da sinistra, l'ex vicesindaco Domenico Primerano, l'assessore al Bilancio, Maria Teresa Nardo e il sindaco Maria Limardo

Dal Piano di riequilibrio – approvato e ripetutamente bocciato – al… Piano di riequilibrio? Lette le motivazioni con cui le Sezioni riunite della Corte dei Conti spiegano le ragioni per cui il Comune non è in stato di dissesto, ma chiariscono l’illegittimità del Piano di riequilibrio, appellandosi a una serie di motivazioni, l’Amministrazione comunale non intende cambiare strada.
Anzi, trascorse appena 48 ore dalla lettura del dispositivo, inserisce nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, il “ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale”. D’altronde, per ripianare un debito monstre, come quello accumulato negli anni da palazzo “Luigi Razza”, non vi sono molte altre strade, tantomeno “nuovi strumenti” come misteriosamente si era paventato nell’imminenza del verdetto dei giudici, giunto lo scorso primo marzo.
E allora? Il sindaco, l’assessore tecnico al Bilancio Maria Teresa Nardo e la Giunta proporranno, nel corso della prossima assemblea cittadina, in programma per il 6 giugno, di avere il via libera per stilare un nuovo strumento di riequilibrio. E una volta ottenuto il lasciapassare dell’Aula, si metteranno al lavoro per mettere a punto il delicato strumento finanziario che dal 2019 si tenta di far approvare, senza fortuna dalla Corte dei Conti.
E la domanda sorge spontanea: il nuovo Piano sarà elaborato tenendo conto delle bacchettate delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, specie in relazione al fatto di aver mescolato vecchi e nuovi disavanzi? Infatti, bisogna ricordare che il primo Piano di riequilibrio, strada adottata dal commissario Giuseppe Guetta, ammontava a 19 milioni di euro; quando l’amministrazione Limardo mise mano ai conti, si accorse che il disavanzo era di almeno 24.5 milioni. La Corte dei Conti, però, segnalò, un debito mostruoso costringendo il Consiglio comunale a ritornare sui suoi passi ed aggiornare il piano, fino a coprire 34.6 milioni di euro.

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