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Unione dei Comuni montani: opportunità per il Vibonese?

La proposta di legge depositata nei giorni scorsi alla Regione

La Regione Calabria vuole «favorire e promuovere con appositi incentivi» la costituzione di Unioni tra i Comuni montani. È l’obiettivo che si pone la proposta di legge depositata nei giorni scorsi da due big della maggioranza di centrodestra, ovvero l’assessore Gianluca Gallo (che tra le altre detiene la delega alle aree interne) e il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. Le “Norme in materia di Unioni di comuni montani” proposte da Gallo e Mancuso potrebbero suscitare un certo interesse tra gli amministratori del Vibonese perché riguardano quasi la metà dei Comuni della provincia.
Le disposizioni sono infatti rivolte agli Enti compresi nell’elenco di una legge regionale del 2008 che disciplinava il riordino delle Comunità montane, poi soppresse, prevedendone due per il Vibonese, quella delle Serre e quella dell’Alto Mesima/Monte Poro. La prima era costituita da 13 Comuni (Brognaturo, Capistrano, Fabrizia, Filadelfia, Mongiana, Monterosso, Nardodipace, Polia, San Nicola da Crissa, Serra San Bruno, Simbario, Spadola, Vallelonga) e la seconda da 10 (Acquaro, Arena, Sorianello, Filandari, Ionadi, Rombiolo, San Gregorio d’Ippona, Spilinga, Zaccanopoli, Zungri).

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