Qui si fa la “Grande Catanzaro”, o (amministrativamente e politicamente) si muore. Potrebbe ridursi a questa parafrasi della famosa frase attribuita a Giuseppe Garibaldi l’estrema sintesi dell’incontro promosso dal sindaco Nicola Fiorita finalizzato ad avviare il percorso amministrativo e politico che dovrà portare Catanzaro a riunire sotto il vessillo dell’Unione dei Comuni città e paesi limitrofi al capoluogo di regione. La questione messa sul piatto dal primo cittadino è legata all’esigenza di dotare la città e il suo hinterland nell’arco di 30 km di uno strumento capace di ottimizzare le risorse ed efficientare i servizi alle imprese e ai cittadini. Riassumendo, con le parole di Fiorita, «migliorare le vite dei cittadini. Guardiamo a una città metropolitana di fatto. E Catanzaro non intende essere egemonica. Insieme possiamo fare molto per pesare di più politicamente e per ottimizzare i servizi».
Dal tavolo tenutosi ieri alla biblioteca “De Nobili”, Fiorita ha quindi ripreso uno dei temi cardine della sua campagna elettorale. Davanti a lui alcuni amministratori locali (altri sono stati bloccati dall’improvviso maltempo). Tra presenti e coloro che avevano manifestato l’interesse a partecipare c’erano i sindaci di Marcellinara, Sellia Marina, Pentone, Borgia, Gimigliano, San Floro, Stalettì, Girifalco, Gasperina, Albi, Botricello e Cropani.
Accanto a Fiorita, invece, i tecnici di Italie, il progetto dell’Agenzia di Coesione Territoriale che si occupa di supportare le città e i paesi italiani interessati a realizzare l’Unione dei Comuni, un Ente locale a tutti gli effetti a cui gli aderenti delegano la gestione di temi in cui le economie di scala e la creazione di una “massa critica” di cittadinanza permettono un’amministrazione più efficace ed efficiente delle risorse (spesso esigue) che ogni municipio ha a disposizione.
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