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Catanzaro, dalle lottizzazioni alla tripartizione: il futuro di Giovino è ancora a rischio

L’ultima occasione di sviluppo della città in un’area grande come Soverato ma da 20 anni la politica non decide

Cosa ne sarà di Giovino? L'interrogativo torna d’attualità nel dibattito pubblico dopo che la maggioranza in Consiglio comunale, guidata dal sindaco Nicola Fiorita, mercoledì, ha bocciato una pratica edilizia con cui si richiedeva l'autorizzazione alla costruzione di una struttura ricettiva nell’area (a pochi passi dal Poligiovino). La pratica aleggiava negli uffici comunali già da quando mancava qualche mese alla conclusione dell'esperienza amministrativa targata Sergio Abramo ed è stata respinta dalla maggioranza perché questa ha ritenuto che l’area oggetto della richiesta dovrà avere vocazione sportiva, essendo già orientata in questo senso dallo stato attuale dei luoghi.
Più estesa di Soverato e ancora quasi incontaminata, l’area di Giovino è più volte finita al centro della discussione politica perché, è innegabile, da lì e solo da lì passano le più importanti prospettive di sviluppo urbanistico e turistico della città. In molti ricorderanno, infatti, le “barricate” dell’amministrazione guidata da Rosario Olivo al rischio di lottizzazione della zona e, nel 2018, l’analoga battaglia per evitare un “ritorno di fiamma” degli interessi edilizi nell’area. In quell’occasione, a firmare una nota congiunta volta a evitare l’edificazione senza una visione d’insieme furono, tra gli altri, Eugenio Riccio, Sergio Costanzo, Gianmichele Bosco e Fabio Celia, oltre all’allora consigliere e oggi sindaco, Nicola Fiorita: «…vogliamo ribadire la nostra contrarietà ad eventuali speculazioni edilizie su Giovino. Siamo favorevoli ad una programmazione complessiva dell’area che tenga conto dello sviluppo turistico e della necessità di potenziarne i servizi», scrivevano.
Da allora, su Giovino si è tornato per parlare, nel 2019, della cosiddetta “tripartizione”, cioè la suddivisione in tre zone dell’intera area. Alla proposta arrivò, tra gli altri, il secco “no” di Fabio Celia, oggi segretario cittadino del Pd e consigliere comunale ma che all’epoca portava in consiglio i colori di Fare per Catanzaro, il movimento di Sergio Costanzo: «Per noi deve esserci una progettazione unitaria dell’intero comparto, da affidare ai maggiori esperti in materia di urbanistica applicata al turismo, a cui i privati dovranno poi adeguarsi, anche salvaguardando i loro legittimi interessi».

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