La questione è scottante, sia per la maggioranza che per l’opposizione in Consiglio comunale. Ovviamente, ci riferiamo al tema dei temi quando si parla di amministrazione del territorio: l’Urbanistica.
A evidenziare, ancora una volta, come si tratti di un argomento che la politica vuole e deve trattare con le molle è stata la pratica afferente ad una richiesta edilizia nell’area di Giovino, quella che il Consiglio comunale, mercoledì, ha respinto. Nei numeri è contenuta la fotografia della complessità della materia: la maggioranza ha tenuto per un soffio, 9 a 8 il finale tra contrari e favorevoli, mentre 4 sono stati gli astenuti su un totale di 33 consiglieri (incluso il sindaco). In 12, quindi, non hanno partecipato alla votazione.
Se, infatti, si è ampiamente dibattuto di come la maggioranza che fa capo a Nicola Fiorita abbia rischiato di non portare a casa il rigetto della pratica, tra defezioni e astensioni anche l’opposizione non può dire di essere stata compatta sul fronte del sì alla richiesta dell’imprenditore intenzionato a costruire una struttura ricettiva nei pressi del PoliGiovino. Non è passata inosservata, infatti, l’assenza dell’unica esponente di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Annachiara Verrengia, che così ha marcato la distanza da Lega e Forza Italia (Catanzaro Azzurra) che hanno votato per il sì.
“Liberi tutti” anche tra i consiglieri vicini al consigliere regionale e comunale Antonello Talerico, con Serò e Barberio a votare per il no e gli altri tra assenti.
Astenuto anche il gruppo Rinascita-Avanti, composto da Valerio Donato, Gianni Parisi e Stefano Veraldi. Sebbene, infatti, l’intervento in aula dell’ex candidato a sindaco lasciasse presupporre che il gruppo avrebbe votato per approvare la pratica, la scelta è ricaduta sul mantenere l’approccio già adottato per pratiche simili a quella in oggetto, astenendosi e confermando così quanto sia necessario addivenire in fretta alla definizione di tutti gli atti di indirizzo e degli strumenti urbanistici utili alla città e alla politica locale perché tutti i rappresentanti dei cittadini siano nelle condizioni ideali per assumersi la responsabilità di governare.
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