La notizia del contatto che nel 2017, alla vigilia delle elezioni comunali, uno dei candidati, Ugo Settimio Mezzotero, oggi consigliere di minoranza, ebbe con un esponente della cosca Megna di Papanice non poteva non comportare qualche strascico, nonostante la vicenda non abbia avuto risvolti penali per lo stesso consigliere. Il gruppo di maggioranza e il sindaco Simone Puccio, all’indomani dell’uscita delle intercettazioni dei dialoghi fra Mario Megna e Mezzotero, nei quali quest’ultimo chiedeva aiuto per essere rieletto, hanno scritto una nota, trasmessa al prefetto di Catanzaro e ai gruppi di opposizione, chiedendo il passo indietro «di chi alimenta rapporti fra ‘ndrangheta e politica».
La maggioranza consiliare ha sottolineato che «c’è una profonda ferita nelle regole democratiche e nella gestione delle azioni, per questo occorre aprire una riflessione profonda sul sistema che incide negli equilibri elettorali». L’amministrazione ha evidenziato altresì che «l’incontro consapevole di un candidato con un esponente apicale di una cosca, secondo le ricostruzioni di stampa, rappresenta un segno tangibile di quella ferita, perché non si tratterebbe di una iniziativa casuale o fortuita. Né è la cosca ad avere cercato il politico. Semmai – ha ribadito la maggioranza - visto quanto emerge dell’operazione “Glicine”, sarebbe stato quest’ultimo, attraverso altri due soggetti indagati, a chiedere l’intermediazione pur di poter dialogare con l’esponente di una delle famiglie più pericolose nel panorama ‘ndranghetistico».
L’incontro intercettato dalla Direzione distrettuale antimafia indica chiaramente la consapevolezza delle parti ed è compiuto direttamente dal candidato che, emerge dagli atti, è conscio dei rischi che corre». Da qui l’appello a tutte le forze politiche e sociali di Botricello a non semplificare o minimizzare l’accaduto, ma a farne oggetto di confronto e analisi.
«Bisogna cancellare questo modo di guardare alle elezioni – ha dichiarato la maggioranza - ritenute da qualcuno quale momento unico per fare valere le proprie ambizioni, anche a costo di dover dialogare con un elettorato chiaramente riconducibile agli apparati della ‘ndrangheta». La maggioranza, a conclusione del ragionamento, ritiene «indispensabile e assolutamente opportuno il passo indietro di chi non ha semplicemente commesso un errore, ma ha aperto volutamente un canale di comunicazione tra cosche mafiose e politica.
Il Consiglio comunale – conclude l’amministrazione – organo massimo della democrazia locale, non può continuare a mantenere nelle sue fila chi ha compiuto un simile gesto».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Caricamento commenti
Commenta la notizia