Continuano a volare stracci tra la consigliera uscente Annunziata Pensabene ed il sindaco Giovanni Macrì. Che fossero ai ferri corti è stato acclarato con le dimissioni della consigliera; ma non mancano strali, anche oggi che siede da indipendente tra le opposizioni. A verbale, in Consiglio, la lettera motivazionale che ha spiegato il “divorzio” dalla maggioranza, segnatamente alla scelta di Saverio Vallone di passare con “Forza Tropea”, accolto a braccia aperte dal sindaco che nel “caso” Pensabene avrebbe invece gradito un confronto “de visu”.
Una rottura che, però, ormai era stata avviata «per un’azione amministrativa – ha rilevato piccata – basata sulle sue decisioni, incapace di coinvolgere verso azioni di gruppo. Incentrato tutto in autoreferenzialismo che ha stancato me e i cittadini». Motiva così la sfiducia al sindaco, insomma, la Pensabene, addebitandogli altresì gli aumenti del canone idrico e della Tari, oltre ai costi esorbitanti per iniziative varie e contributi onerosi ad associazioni; indice contro le consulenze legali e la mancanza di attenzione verso i cittadini: «Dopo 4 anni il problema idrico non è stato risolto; dell’isola ecologia nemmeno l’ombra. E per il Porto nessun risvolto ma solo bilanci negativi per il Comune; inoltre, ascensore di collegamento e parcheggi interrati: che fine hanno fatto? I bagni pubblici ultimati nella Villa comunale non sono in funzione: perché? Cosa si è fatto per la rupe, per l’ospedale e la sanità?».
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