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Provincia Catanzaro a grandi passi verso le elezioni. Ma c’è l’incognita della (contro)riforma

A dicembre il rinnovo del Consiglio mentre il Parlamento è al lavoro per definire le nuove regole . Se si tornasse al voto popolare, urne aperte a giugno per la scelta diretta del presidente dell’ente e dei componenti dell’assise di Palazzo di Vetro

È già tempo di guardare alle prossime elezioni per la Provincia che a dicembre vedrà il rinnovo del proprio organo consiliare. Da ente di secondo livello, interesse e aspettative sono inferiori a quelli di un tempo, quando anche il presidente veniva eletto direttamente dai cittadini, a differenza di oggi con l’elezione da parte di sindaci e consiglieri comunali dei centri del territorio provinciale, gli unici ad avere in questo caso diritto al voto.
Ma quello in programma a dicembre - l’elezione precedente è avvenuta infatti a dicembre 2021, l’organo viene rinnovato ogni biennio - potrebbe essere l’ultimo appuntamento con questa modalità di voto. In Parlamento è infatti in discussione la nuova riforma delle Province, che restituirebbe il voto alla popolazione ma, soprattutto, riporterebbe tali enti a quel livello intermedio cancellato dalla precedente riforma Delrio, ritenuta da molti alla base della crisi che ha colpito diverse Province italiane (anche quella di Catanzaro), alle prese con carenza di competenze e finanziaria.
Gli scenari sono al momento tutt’altro che definiti. C’è infatti la possibilità che a dicembre si proceda semplicemente al rinnovo del Consiglio con l’attuale sistema di voto. Poi le forze politiche, se la (contro)riforma venisse approvata,si preparerebbero a un eventuale election day con le elezioni europee in programma il prossimo giugno per il voto popolare. Uno scenario che, al momento, appare soltanto plausibile per via di vari adempimenti che un passo del genere richiederebbe. Se da un lato l’attuale bozza unificata di riforma prevede che gli organi attuali vadano in prorogatio fino all’appuntamento elettorale (in questo caso quello di giugno 2024), c’è anche la proposta di non far andare al rinnovo congiunto tutte le Province, ma che si decida di tenere le tornate elettorali alla scadenza naturale del mandato dei rispettivi presidenti in carica. Aspetti che si definiranno ulteriormente, con ogni probabilità, nelle prossime settimane.

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